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Se Libera, sin dall’inizio, si è posta come obiettivo e come prerogativa non solo la vicinanza ma il coinvolgimento dei familiari delle vittime, è perchè abbiamo creduto che l’impegno contro le mafie non potesse prescindere dal confronto, diretto e concreto, con chi la corruzione e la violenza mafiose l’hanno subite sulla propria pelle. Senza questo confronto, che è diventato spesso un rapporto di stima, di affetto, di condivisione, avremmo corso il rischio di perderci nelle astrazioni dei “discorsi”, delle analisi, magari brillanti ma sterili.
I familiari delle vittime innocenti delle mafie ci insegnano la dignità del dolore e l’impegno nel cercare verità e giustizia. Ci hanno permesso di capire la portata della violenza mafiosa che colpisce i corpi e le anime. Loro che ci hanno invitato a denunciare il rischio di una memoria selettiva che ricorda solo le vittime di “primo piano” (ed è importante farlo) dimenticando tutti gli altri. Loro ci hanno chiesto di costruire un ponte con le nuove generazioni. Ci hanno aiutato a restare con i piedi per terra, a sognare ma a occhi sempre ben aperti, a non dimenticare che al centro di tutto, quando ci si impegna per la giustizia sociale, è sempre la persona, i suoi bisogni, le sue ferite, le sue speranze. Ricordare i nomi, i volti, le storie di chi è morto per la giustizia non significa limitarsi a celebrare quelle persone, attribuire loro una patente di eroismo che avrebbero rifiutato. Ecco allora che la memoria e l’impegno non sono mai state parole accostate a tavolino, ma dimensioni che hanno convissuto in un reciproco, indispensabile, nutrimento.
L’umile storia di Libera è fatta del tentativo di rendere presente, viva e rispettosa questa memoria, di restituire valore e riconoscimento alle storie e alle vite delle tante persone innocenti uccise; di mettere in atto il peso politico di queste vite e della loro memoria. Per questo motivo, da oltre ventitre anni, Libera ricerca e raccoglie le storie delle vittime innocenti delle mafie, accompagnando i familiari nell’incontrarsi, nel riconoscersi e nel camminare insieme nel percorso di emersione dal dolore. Grazie alle generose testimonianze dei familiari, in questi anni Libera ha raccolto un patrimonio prezioso di storie, dal valore etico, storico e sociale inestimabile. Non si tratta solo di storie individuali o familiari: sono le storie dei nostri territori che, riunite insieme, raccontano un pezzo di Storia del nostro Paese. Li abbiamo raccolti in Vivi, un archivio multimediale, aperto e accessibile a tutti.
Conoscere, raccontare e scrivere significa avere a cuore e prendersi cura di queste storie, colmare la mancanza di informazioni, perché a tutelare e nutrire il racconto siano i ricordi di chi ha vissuto direttamente la perdita della persona cara, ma anche le riflessioni di chi avvicinandosi all’approfondimento, all’ascolto e allo studio decide di coglierne il senso e il valore, rinnovando la dimensione della memoria che conduce all’impegno. Il fare memoria richiede l’essere “insieme”: nella memoria nessuno può e deve essere lasciato solo. Una responsabilità che richiede il coinvolgimento di singoli cittadini, associazioni e istituzioni, laici e credenti, tutti chiamati a costruire un cammino d’impegno quotidiano per la nostra dignità e la libertà. Quelle persone ci hanno lasciato in eredità la speranza di una società più giusta e umana.
A noi, il compito di realizzarla.
Daniela Marcone, da LaViaLibera, anno XI, n. 1