Beni Confiscati // Campi Estivi

Uso sociale dei beni confiscati

Libera promuove interventi formativi e di progettazione partecipata utili a rendere i beni confiscati risorse in grado di attivare processi di sviluppo locale e accrescere la coesione sociale; non gestisce direttamente i beni confiscati alla criminalità organizzata, ma aiuta nella costruzione di processi di partecipazione e di rete. Dall’entrata in vigore della legge 109/96 per il riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie, per la quale Libera indisse nel 1995 una petizione popolare che raccolse oltre un milione di firme, la restituzione alla collettività delle ricchezze e dei patrimoni sottratti alle organizzazioni criminali è diventata un’opportunità di impegno responsabile per il bene comune. Non solo segni della vittoria del movimento antimafia, ma strumenti per dare nuove energie ai nostri territori. Un percorso non solo economico, ma sociale e culturale. La dimensione etica dei percorsi scaturiti dalle quasi 1000 esperienze di riutilizzo per finalità sociali si trova, infatti, nella corresponsabilità che ha trasformato quei beni da esclusivi a beni comuni e condivisi. Raccontare quello che avviene ogni giorno sui beni confiscati alle mafie vuol dire raccontare il cambiamento che giorno dopo giorno si costruisce, con l’obiettivo di dare vita a nuove pratiche di economia e di sviluppo sostenibile

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