ExtraLibera // Mafie&corruzione

ExtraLibera

Da un bene immobile confiscato ad incubatore di innovazione e sperimentazione multimediale di immagini, suoni, storie, per raccontare mafie e antimafia

A 26 anni dalla legge 109/96 sull'uso sociale dei beni confiscati, Libera lancia ExtraLibera, un progetto multimediale in un bene confiscato a Roma. Questo spazio interattivo offre un viaggio sensoriale attraverso immagini, suoni e storie su corruzione, mafie e antimafia, rendendo disponibile il primo archivio nazionale e internazionale su questi temi. ExtraLibera si propone come un luogo polifunzionale per tutti: dai neofiti ai ricercatori, che potranno anche contribuire alla crescita del patrimonio documentale. Il progetto è collegato a banche dati internazionali, garantendo accesso sia in loco che online.

La storia del luogo

Si tratta di un ex cinema, progettato negli anni '40, chiuso negli anni '90 e confiscato nel 2014 per bancarotta fraudolenta. Con circa 700 mq, l’immobile ospita oggi un percorso multimediale, spazi per associazioni e gli uffici di Libera. La Corte di Cassazione ha confermato la confisca nel 2020 e le chiavi sono state consegnate a Libera nel maggio 2021, segnando l'inizio di una nuova opportunità per il Paese.

ExtraLibera, il progetto

Il percorso multimediale 

Extralibera è un percorso immersivo, pensato per essere vissuto da soli anche se si è in gruppo. Grazie all’ausilio di cuffie, una voce narrante disponibile in italiano e in inglese, accompagnerà l’ospite nella comprensione e nell’osservazione dei vari contenuti.

L’esperienza è progettata per suscitare una profonda riflessione sul tema della lotta alle mafie e sul movimento antimafia per incoraggiare chi visita lo spazio ad attivarsi anche nel proprio quotidiano. Il partecipante ha l’opportunità di personalizzare l’esperienza abbinando a ogni visita la storia di una vittima innocente delle mafie che darà modo di affrontare argomenti diversi come ecomafie, diffusione del crimine organizzato, corruzione e riutilizzo dei beni confiscati.

Prenota ora la tua visita su  extra.libera.it

Nello spazio centrale del percorso, la hall di ingresso è dotata di mega schermi che introducono i visitatori alla complessità dei fenomeni legati alle mafie. Ogni visitatore può pronunciare il nome di una vittima innocente delle mafie, un gesto che rappresenta memoria, impegno e coinvolgimento. Questo atto crea un "coro polifonico" di ricordi, trasformando i nomi in materia viva, suono ed emozione.

L’architettura accogliente della hall invita al dialogo, mentre tre schermi tematici offrono una panoramica sulle mafie e sull’antimafia sociale e istituzionale, con aggiornamenti periodici sui temi prioritari per Libera. Il primo schermo presenta una definizione delle mafie e della corruzione attraverso le voci di magistrati ed esperti. Un secondo schermo fornisce una sintesi infografica sui dati più significativi riguardanti le organizzazioni criminali e i beni confiscati. Infine, “Il bollettino” collabora con il progetto “Lavialibera” per raccontare l’attualità e dare voce ai giovani e alle reti internazionali di Libera. Completato questo primo sguardo d’insieme, inizia il percorso immersivo per il visitatore.

tre saranno le installazioni che guideranno la scelta della vittima innocente da parte di chi sta compiendo la visita:

  1. Il tavolo della Memoria Sono i volti delle vittime innocenti delle mafie, nelle immagini e nelle foto che Libera ha raccolto in questi 26 anni di vicinanza ai loro familiari. Un flusso costante di ritratti, che si alternano - in proiezione - all’interno di cornici dedicate. Ogni cornice è diversa dall’altra come diverse sono le storie umane che inquadrano, ma tutte hanno un micro LED che pulsa, come un respiro. Gradualmente, si partirà con un bagaglio di oltre 40 storie, per arrivare, successivamente, a mettere a disposizione dell’utente tutti i 1038 nomi che Libera legge ogni anno durante la Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti di tutte le mafie.
  2. I Fiori dell’Impegno. Al centro della sala c’è un tavolo luminoso, su cui si intravede una mappa dell’Italia. Su di essa viene proiettato un continuo flusso di fiori che sbocciano, in grafica animata. Ogni fiore, non appena sarà toccato, si aprirà mostrando un breve video, che racconterà l’esperienza di rigenerazione.
  3. La parete del patto. Sul fondo della hall una parete attrarrà l’attenzione del visitatore: su di essa, infatti, alcuni nomi scorreranno in un flusso incessante. Di fronte alla parete è posto un microfono con un LED che pulsa. Avvicinando il testimone alla parete la voce in cuffia guiderà il visitatore verso il nome della vittima scelto, in un’ottica di corresponsabilità. A quel punto, lo schermo mostrerà il volto della storia scelta e inizierà il percorso nelle tre sale successive.

Sala 1 Lo spazio della consapevolezza

Nella prima sala l’ospite comincia a conoscere la storia della vittima che ha scelto e a individuare, tra forti stimoli visivi, il contesto di appartenenza. L’intento è di creare, attraverso l’isolamento dal flusso continuo e irrazionale di informazioni a cui si è quotidianamente sottoposti, una consapevolezza sulla condizione nel quale i fenomeni mafiosi trovano spazio.

Sala 2 Lo spazio della responsabilità

La sala è stata concepita come uno spazio di assoluto silenzio e senza punti di riferimento definiti per aiuta- re l’ospite nell’esperienza di riflessione. Attraverso l’ascolto di testimoni privilegiati, come i familiari delle vittime innocenti delle mafie e le persone che hanno conosciuto la vittima innocente, l’ospite stabilirà una connessione intima e personale con la storia.

Sala 3 Lo spazio dell’azione

L’allestimento, che richiama l’ ambiente naturale di una foresta, mira a sensibilizzare sull’importanza delle proprie scelte. Le immagini proiettate in questa sala evidenziano la bellezza del “costruire” in contrapposizione alla brutalità causata da illegalità e corruzione. Questo spazio mette in luce il lavoro sulla memoria portato avanti dai presidi di Libera, i frutti dell’impegno dedicati alla vittima come i beni confiscati riutizzati che portano il suo nome e il legame con il movimento antimafia.

 

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