Mafia inabissata: la nuova invisibilità del crimine organizzato
19 nov 2024 - I dati del sondaggio Libera-Demos per Repubblica
"Entro giugno presenteremo come commissione Antimafia un modifica normativa che pur non cancellando il vincolo del quarto grado, permetterà di riconoscere benefici economici anche a coloro che dimostrano, sulla base anche di informative delle forze dell'ordine, di aver interrotto i rapporti con parenti appartenenti alla criminalità organizzata. Cosa oggi preclusa".
Sono le parole pronunciate dalla presidente della Commissione Parlamentare Antimafia Chiara Colosimo a Casal di Principe (Caserta), dove giovedì 8 febbraio è intervenuta per partecipare all'inagurazione di un'area confiscata al clan dei Casalesi, trasformata in piazzetta e parco giochi e intitolata a due giovani vittime innocenti della criminalità organizzata, ovvero Giuseppe Di Matteo, strangolato e sciolto nell'acido a quasi 15 anni da esponenti di Cosa Nostra nel gennaio 1996 dopo 779 giorni di prigionia in un casolare di San Giuseppe Iato, e Antonio Petito, 20enne ucciso dal clan a Casal di Principe nel 2002 dopo un banale litigio per motivi di viabilità con il figlio del boss Francesco Bidognetti. La Colosimo spiega che questa modifica normativa "può trovare una condivisione bipartisan".
Come Libera insieme alla rete dei familiari delle vittime innocenti delle mafie accogliamo in modo positivo le dichiarazione della presidente della Commissione Antimafia.Da anni con la campagna “diritti Vivi” chiediamo alla Politica la necessità di intervenire per modificare il senso stesso delle misure previste a favore delle vittime, in quanto ad oggi vengono definite “benefici”, mentre sarebbe giusto e culturalmente opportuno definire “diritti”. Tra punti della nostra campagna c'è la richiesta di ripensare in modo più giusto il requisito, richiesto dalle norme vigenti in materia, dell’estraneità della vittima e dei suoi familiari fino al 4° grado di parentela con soggetti nei cui confronti siano state applicate misure previste dall'articolo 5, comma 3-bis del codice di procedura penale. Auspichiamo quindi che quanto dichiarato da Chiara Colosimo, presidente della Commissione parlamentare antimafia, nel corso di una iniziativa a Casal di Principe, giunga ad una effettiva realizzazione.