17 anni in cui migliaia di giovani, adulti, realtà sociali e istituzionali hanno risposto all'appello di Libera: costruire percorsi di impegno e conoscenza contro mafie e corruzione, misurarsi con il
E!State Liberi è un progetto fortemente ancorato alla realtà dei territori, che ha messo in discussione se stesso evolvendosi all’evolversi della fase culturale, storica e politica del paese, dei fenomeni corruttivi, criminali e mafiosi.
Anno dopo anno le singole esperienze locali sono emerse dalla loro condizione di avanguardia, costruendo e rafforzando la cornice nazionale, innovando il percorso educativo e culturale del progetto, ragionando su un nuovo tipo di impatto sociale dell’esperienza campo.
Dall’avvio del progetto sono state oltre 1.800 le settimane proposte, un mondo in fermento, felice di mettersi a disposizione per accogliere sguardi, sete di sapere e desiderio di aiutare, sostenere, sporcarsi le mani. Grande la perseveranza nel tenere insieme anime spesso molto diverse, nel valorizzare così tante positività con l’obiettivo di realizzare esperienze concrete, coerenti, incisive.
La sfida del raccordo e della sinergia fra le realtà nazionali e locali, il mettersi in gioco sulle forme innovative di narrazione delle mafie e della memoria, della ricerca di giustizia e verità. L’orizzonte della giustizia sociale e dei diritti per non rinchiudersi dietro parole che oggi sono scatole vuote, muri che tagliano fuori vite e desideri. Lo sguardo alla dimensione internazionale, l’attenzione ai percorsi della giustizia minorile ed ora anche verso quella degli adulti. Le proposte dedicate all’estero, al mondo del lavoro, della cooperazione, fino ad arrivare al mondo della scuola. Una coralità gigantesca, che instancabilmente da forma ad un movimento unico, che nelle sole ultime dieci edizioni è stato animato da oltre 30mila partecipanti, che in quelle giornate hanno raccolto e portato a casa i semi di un Paese possibile, più giusto ed equo, attento ai più deboli e ai bisogni della comunità.
Un movimento che oggi tiene accesi i riflettori sulle mafie, drammaticamente troppo poco presenti nel dibattito pubblico, che richiama alla responsabilità il mondo della politica e la società tutta; racconta, sostiene e difende lo straordinario valore del riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie, della solidarietà, della cura e dell’impegno di prossimità, per l'ambiente e per una cultura di pace.
Semi, germogliati in tantissime forme diverse nel vissuto quotidiano dei partecipanti, che magari stanno concludendo il proprio percorso di studi, magari sono già adulti, impegnati nel mondo del lavoro, magari fanno tesoro delle proprie esperienze di vita nella grande prova di essere genitori. C’è chi ha fatto rivivere quell’estate con Libera nell’organizzazione di un’assemblea scolastica o nell’ideazione di un’iniziativa che ha avuto come protagonista la cooperativa sociale scoperta, chi nella rivendicazione di un diritto sul proprio luogo di lavoro, chi nella partecipazione attiva nei presidi di Libera o nelle realtà della sua rete. In questi anni abbiamo raccolto anche tantissime storie di chi, su quei campi, ha costruito relazioni solidissime di amicizia, persino di amore.
Un’esperienza limitata nel tempo della propria estate, del proprio percorso, ma che lascia il segno dentro chi partecipa e chi accoglie. Una palestra di cittadinanza che si muove in un orizzonte non di straordinarietà, ma di quotidianità.
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