Libera e Gruppo Abele fotografano con dati, statistiche e casistiche il sistema corruttivo e collusivo nel nostro paese.
Una corruzione “solidamente” regolata, una corruzione sistematica e organizzata dove però a seconda dei contesti il ruolo di garante del rispetto delle “regole del gioco” è ricoperto da attori diversi: l’alto dirigente oppure il faccendiere ben introdotto, il “boss dell’ente pubblico” o l’imprenditore dai contatti trasversali, il boss mafioso o il politico a capo di costose macchine clientelari. Una corruzione che si trasforma in corruzione federale : si ruba nella periferia del potere, dove è più facile siglare accordi sottobanco e dove sono concentrate le risorse e i centri di spesa. Libera e Gruppo Abele, in occasione della Giornata Internazionale contro la Corruzione fotografano elaborando dati, statistiche, casistiche del sistema corruttivo e collusivo nel nostro paese.
Corruzione in cifre
Quantificare il costo della corruzione è molto difficile e complicato, visto che l'entità del fenomeno e il suo costo non sono la stessa cosa,una stima viene azzardata dal Professore Lucio Picci,professore di economia all’Università di Bologna e uno dei maggiori studiosi della Corruzione, se in Italia ci fosse la stessa corruzione che c'è in Germania,paese dove c'è meno corruzione che da noi, il reddito annuale degli italiani sarebbe più alto di quasi 10 mila Euro: nel dettaglio il reddito pro capite italiano passerebbe (dati 2014) da 26.600 Euro a 36.300 circa. L'ultimo sondaggio di Eurobarometro sulla corruzione(2014) fornisce una fotografia nitida e dettagliata delle opinioni dei cittadini riguardo al fenomeno. Per il 97 per cento degli italiani il problema della corruzione è un molto o abbastanza diffuso (media dell’UE pari al 76). Il 74 per cento ritiene che la corruzione sia aumentata (molto o in una certa misura) negli ultimi tre anni , contro appena il 2 per cento che ritiene sia diminuita. secondo l’88 per cento degli italiani tangenti, conoscenze e raccomandazioni sono la via più facile per ottenere un certo servizio pubblico (media UE pari al 73 per cento), mentre il 75 per cento (contro il 56 per cento della media UE) ritiene che le connessioni con la politica siano la sola strada per avere successo negli affari – soltanto Cipro e Croazia hanno un valore superiore tra i paesi UE. Non sorprende, quindi, che nel nostro paese esiste un potenziale partito del voto di scambio che vale circa il 4%. Infatti, l’Istat stima che ad oltre 1 milione 700mila cittadini (3,7% della popolazione fra i 18 e gli 80 anni) sono stati offerti denaro, favori o regali per avere il loro voto alle elezioni amministrative, politiche o europee. Il voto di scambio è più frequente in caso di elezioni amministrative e raggiunge i picchi più alti al Sud e nelle Isole. Sono, invece, più del doppio (3 milioni 858 mila) gli italiani che dichiarano di conoscere personalmente qualcuno – parenti, amici, colleghi, vicini – a cui è stato offerto qualcosa in cambio del voto in qualche tornata elettorale. Il picco più alto si registra in Puglia dove quasi un cittadino su quattro (23,7%) conosce qualcuno a cui è stato proposto il voto di scambio. “Davanti a questi numeri- commenta Libera- il fronte della politica, in particolar modo i partiti hanno rinunciato ad esercitare qualunque giudizio etico sui loro iscritti, rinviando ogni valutazione all'attesa dei verdetti penali. Tutto questo alimenta un clima di disillusa rassegnazione.”
Mafie e corruzione
Sul fronte del legame mafia-corruzione, il numero di indagati per il delitto di corruzione attiva o passiva, aggravato dall’art. 7 DL 152/91 e quindi commessi al fine di agevolare un sodalizio mafioso, registrato nel periodo 2015/2016 in tutte le DDA italiane, è assai elevato, circa 200 casi,Interessante rilevare che ad un numero di oltre 200 indagati per i suddetti reati di corruzione aggravata, corrisponda, sul piano nazionale, un numero di indagati, non di molto superiore (circa 260) per i delitti di turbativa d’asta, previsti dagli artt. 353 e 353 bis c.p. aggravati dall’art. 7 dl 152/91, cioè dalla finalità di agevolare un sodalizio mafioso.
“La corruzione è veramente sfruttamento dell'uomo sull'uomo in nome del “Dio Denaro”- commenta Luigi Ciotti, presidente nazionale Libera- denaro che diventa da mezzo a fine, strumento per accrescere il potere di pochi a scapito della dignità e della libertà degli altri, di tutti gli altri. La corruzione non solo infrange le regole stabilite a tutela del bene pubblico, ma sfascia l’economia, disgrega i legami sociali, rischia di fare a pezzi la nostra stessa democrazia. Perché spezza il legame di fiducia fra i cittadini e le istituzioni. Un male che comporta rischi per la credibilità della nostra economia, per la tenuta della nostra immagine all'estero, per gli investimenti nel nostro Paese. E che crea disuguaglianze, massacra le politiche sociali, e tiene in ostaggio la democrazia. Il metodo collusivo e corruttivo ha progressivamente sostituito la violenza , le azioni di fuoco, gli omicidi. Le organizzazioni criminali seguono un nuovo metodo:meno sangue piu' corruzione. A chi corrompe, cioè “rompe” il Paese- conclude Luigi Ciotti- vogliamo allora opporre l’Italia di chi costruisce, di chi salda le parole ai fatti, la speranza all’impegno, la conoscenza alla responsabilità.”
La Campagna
Libera e Gruppo Abele lanciano una nuova campagna contro la corruzione , un'azione che si muove secondo un duplice binario dell’agire (in una logica di corresponsabilità) e del proporre (alle istituzioni competenti), rivolta alla partecipazione civica dei cittadini chiamati a scendere in campo per difendere il bene comune. Tre sono i pilastri della nuova campagna di Libera e Gruppo Abele: far emergere la corruzione attraverso l'attivazione nel 2018 di Linea Libera, un numero verde per l’ascolto, l’orientamento e l’accompagnamento delle persone testimoni di fenomeni di corruzione; resistere al malaffare ed educarci all'integrità con la promozione di nuovi strumenti e nuovi linguaggi per studenti e insegnanti per spiegare i meccanismi della corruzione, di un Master Interuniversitario mettendo in rete le principali università italiane impegnate su questi temi e percorsi di formazione per l'etica della responsabilità rivolti agli ordini professionali. Ultimo pilastro difendere il bene pubblico dalla corruzione attraverso la promozione e diffusione della conoscenza degli strumenti di cittadinanza monitorante necessari per la vigilanza diffusa da parte dei cittadini per prevenire e segnalare dinamiche di corruzione pubblica e privata.