Approfondimenti

BeneItalia - Quaderni di Libera con Narcomafie

Economia, welfare, cultura, etica: la generazione di valori nell'uso sociale dei beni confiscati alle mafie

Oltre vent'anni fa, il 7 marzo 1996, entrava in vigore la legge 109/96 per l'uso sociale dei beni confiscati alle mafie, grazie alla raccolta di un milione di firme promossa da Libera . E in questi due decenni, dall'avvio della campagna, le esperienze di gestione di beni confiscati alle mafie si sono moltiplicate, pur restando criticità da risolvere.

E intorno a queste buone pratiche si sono realizzati veri e propri progetti territoriali di comunità, che hanno visto il coinvolgimento di tutti gli attori interessati: associazioni, istituzioni ed enti locali, fondazioni, imprese, singoli cittadini. L'uso sociale di questi beni si è trasformato in un vero e proprio laboratorio di nuova cittadinanza, in cui ciascuno per la propria parte è stato chiamato a svolgere un ruolo e a dare un contributo concreto. Libera con il sostegno della Fondazione Charlemagne Italiana onlus ha realizzato la ricerca "BeneItalia. Economia, welfare, cultura, etica: la generazione di valori nell'uso sociale dei beni confiscati alle mafie" con obiettivo di censire le esperienze di riutilizzo sociale dei beni confiscati presenti nel nostro Paese; definirne iter burocratico e amministrativo, risorse impegnate ed esigenze; valutarne la capacità di generare valori in termini di ore di volontariato, occupazione creata, servizi resi alla comunità, attività educative e di formazione.

A cura di
Riccardo Christian Falcone
Tatiana Giannone
Francesco Iandolo

Progetto
Beneitalia
Beni Confiscati // Giustizia

Beneitalia

Sono oltre 650 realtà tra associazioni e cooperative sociali che gestiscono beni confiscati in tutta Italia, prevalentemente appartamenti, ville e terreni.

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