Memoria e Impegno // 21 marzo

La memoria delle vittime innocenti delle mafie unisce l'Italia

Da Saluzzo a Parma, da Scafati a Vibo Valentia, un popolo in cammino per chiedere verità e giustizia.

In migliaia di luoghi di Italia, nelle piazze, nelle parrocchie, nelle scuole e nelle Università, nelle carceri, negli uffici pubblici sono stati letti i 972 nomi delle vittime innocenti delle mafie.

Da Pompei a Scafati, 20 mila in marcia sotto pioggia

Hanno sfilato sotto la pioggia, in 20mila: studenti giunti da tutta la Campania per manifestare da Pompei, in provincia di Napoli, a Scafati, in quella di Salerno, a sostegno della memoria delle vittime innocenti delle mafie. La fiducia li ha premiati, e anche un arcobaleno ha incorniciato la giornata ed e' stato immortalato dai manifestanti come simbolo di speranza. 'Nessun temporale ci puo' fermare' hanno urlato i ragazzi che hanno sventolato bandiere di diversi colori. Un serpentone umano, quello dei manifestanti, lunghissimo. Circa due chilometri e mezzo, la distanza che separa Pompei da Scafati. Pompei aveva preparato il 19 marzo questa giornata con una veglia di preghiera nel santuario dedicato alla Beata Vergine del Rosario, dove i nomi delle vittime innocenti della mafia erano stati scanditi durante la messa celebrata nella cappella dedicata al beato Bartolo Longo. "Abbiamo marciato da Pompei a Scafati insieme a tante e tanti studenti arrivati da tutta la Campania e al fianco dei familiari delle vittime innocenti - hanno affermato gli organizzatori - Per liberare le nostre citta' dalle camorre e dalla corruzione".

Mafie: a Vibo in 10 mila per Giornata memoria e impegno

Circa 10mila persone, hanno preso parte a Vibo Valentia alla manifestazione di Libera. Il corteo, partito dal Parco delle Rimembranze ha attraversato le principali vie della citta' per poi giungere in piazza Municipio dove si sono alternati i vari interventi. All'evento hanno preso parte associazioni, organizzazioni sindacali, studenti provenienti da tutta la regione, nonche' i familiari delle vittime di mafia i cui nomi sono stati elencati in apertura degli interventi. Don Ennio Stamile, referente regionale di Libera ha detto che "quello di oggi e' un segnale molto importante nella lotta ad ogni forma di mafia perche' mette in risalto come la gente perbene non abbia mai perso la forza di lottare. C'e' la consapevolezza - ha aggiunto il sacerdote - di dover fare molto di piu' in questa terra per fronteggiare la 'ndrangheta della quale abbiamo capito essere un fenomeno culturale. Ecco perche' dobbiamo insistere sull'affermazione della cultura specialmente tra le scuole. Ed e' da li' che siamo partiti, perche' siamo convinti che i clan hanno paura della Scuola".

Mafia: ottomila persone e Saluzzo per la XXIII Giornata della Memoria e dell'Impegno =

Ottomila persone, tra cui migliaia di bambini e ragazzi provenienti dalle scuole piemontesi si sono date appuntamento a Saluzzo, citta' del cuneese scelta da Libera come piazza principale, per celebrare la  XXIII Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. Cominciata con un corteo che dal Foro Boario ha raggiunto piazza Garibaldi, la mattinata e' proseguita con la lettura dei nomi delle 970 vittime della violenza mafiosa e si e' conclusa con l'intervento del fondatore di Libera, don Luigi Ciotti, in collegamento da Foggia, città principale in cui l'associazione ha celebrato l'appuntamento.

La Sardegna si unisce a coro: "No alle mafie, sì alla legalità"

“Non provateci, questo territorio e' nostro, questo Paese e' nostro, siete nel momento sbagliato al posto sbagliato, e tutti i ragazzi d'Italia sono testimoni di questo grande no alle mafie". Gianpiero Farru, referente di Libera Sardegna, lancia il grido di battaglia della Sardegna. Un messaggio forte e chiaro, che parte da Alghero e si unisce al coro delle altre venti piazze che ospitano le manifestazioni regionali promosse da Libera. "Questa citta' a vocazione turistica e' simbolo della Sardegna nel mondo e da questa citta' pulita vogliamo lanciare il messaggio che ha il volto bello e pulito di questa piazza, di tutti questi giovani", grida Farru dal palco di piazza Sulis di fronte a migliaia di persone, per lo piu' studenti, arrivati da ogni parte dell'isola. Libera, le istituzioni e il "pianeta scuola" hanno lavorato sodo in queste settimane per preparare i ragazzi, per coinvolgerli in un evento "che serve per non dimenticare e che simbolicamente viene celebrato il 21 marzo, una data di speranza e di cambiamento, come la primavera", come dice Claudia Loi, la sorella della poliziotta Emanuela Loi, uccisa dalla mafia il 19 luglio 1992 a Palermo, nella strage di via D'Amelio, in cui perse la vita il giudice Paolo Borsellino. "La comunita' sarda ricorda le sue vittime, persone che hanno lottato per la legalita', Manuela e' la figura piu' rappresentativa, ma occorre tenere vivo il ricordo anche delle altre vittime, per coltivare la speranza della legalita', per una societa' piu' libera", dice Enrico Contini, marito di Claudia Loi."Oggi e' il giorno del ricordo ma e' un giorno di festa che affidiamo a voi giovani", dice Pino Tilocca, figlio di Bonifacio Tilocca, ucciso l'1 marzo 2004 da un attentato dinamitardo che probabilmente era diretto proprio a lui che all'epoca era sindaco di Burgos. Sono loro i testimonial di una manifestazione che ha portato ad Alghero migliaia di persone. Ma soprattutto ci sono i ragazzi, tantissimi, di ogni eta'. Arrivano da Alghero, ovviamente, e da Sassari, Ozieri e tutto il territorio, ma anche da Cagliari e da Oristano, sventolano le bandiere di "Libera", leggono insieme alle altre piazze d'Italia il lunghissimo elenco delle vittime della mafia, mostrano orgogliosi i cartelli preparati con i loro insegnanti. Si sentono parte attiva di un processo.

Mafie: manifestazione anche a Parma, 10mila in piazza 

Oltre diecimila persone hanno sfilato questa mattina a Parma per la manifestazione regionale per la giornata in ricordo delle vittime di mafia. Oltre settanta pullman, molti gli studenti, che hanno raggiunto la citta' da tutta l'Emilia-Romagna per sfilare lungo le vie del centro parmigiano. In piazza Garibaldi le orazioni finali e l'appello da Foggia, dove si svolgeva la manifestazione finale, di don Luigi Ciotti. Fra gli interventi piu' toccanti dal palco quello di Margherita Asta, figlia di Barbara Rizzo e sorella di Salvatore e Giuseppe Asta uccisa da una bomba mafiosa ad Erice il 2 aprile 1985. Residente a Parma, Margherita Asta ha risposto anche alla ex brigatista Barbara Balzerani chi ha parlato del 'mestiere di vittima'. "Il nostro non sara' mai un mestiere - ha detto Margherita Asta - Non abbiamo scelto di essere vittime innocenti di mafia o del terrorismo. Purtroppo sono gli altri che hanno scelto per noi spezzando la vita dei nostri cari e delle nostre famiglie. Io sono stata privata dell'amore di mia madre che aveva 31 anni e dei miei fratelli che ne avevano sei. Una ferita che non si rimarginera' mai, ma da quella ferita deve partire la rivincita e il cambiamento da parte di tutti. Sempre col sorriso sulla bocca, ma con la rabbia".