Mafia inabissata: la nuova invisibilità del crimine organizzato
19 nov 2024 - I dati del sondaggio Libera-Demos per Repubblica
Non è raro che l’osservatore intento a guardare lo Stretto di Messina dalla riva calabrese verso quella siciliana venga tratto in inganno dall’effetto “Fata Morgana”, un’allucinazione ottica in grado di occultare la realtà o di alterarne la percezione. Al tempo stesso, una metafora: diversi studiosi, come Enzo Ciconte nel 1992, riflettono sul peso «enorme e del tutto negativo» esercitato dalla convinzione storica che quello della ‘ndrangheta fosse «solo un affare di guardie e ladri». Una visione che, per lungo tempo, ha distratto i riflettori istituzionali e mediatici dall’evoluzione di una organizzazione criminale capace di «affrontare le sfide e i cambiamenti imposti dalla modernità globale rimanendo uguale a se stessa», ovvero, rilevava la Commissione Antimafia nel 2008, combinando «strutture familiari arcaiche» con un’organizzazione «reticolare, modulare o liquida». Al contempo ha mantenuto forti radici nel territorio d’origine che, secondo alcune importanti inchieste più o meno recenti, rimane «cuore pulsante» o «roccaforte» del suo potere. Qui continua ad insinuarsi, nelle crepe prodotte dall’assuefazione allo status quo, dall’oblio e dalle mancanze che affliggono alcuni territori, tanto attraverso manifestazioni violente quanto atteggiandosi a «welfare alternativo».
Sbaglia però chi pensa che la Calabria sia una terra immobile, dominata solo dall’oppressiva presenza della ‘ndrangheta, dal fatalismo e dal familismo amorale. La storia è piena di esempi concreti di donne e uomini che, anche a costo della loro vita, hanno lottato e tentano di renderla un posto migliore. Nella riscoperta di questa realtà, l’attività di saldatura svolta dalla società civile, da più parti chiamata a riappropriarsi dei propri spazi, si è resa nel tempo non solo necessaria, ma di vitale importanza per far fronte a un fenomeno sempre più complesso. Qui nasce l’esigenza di Contromafiecorruzione in Calabria.
Da questi presupposti nasce l’esigenza di creare un momento di confronto e dialogo che parli all’intero Paese per raccontare le cose positive che vengono realizzate, analizzando i problemi che persistono e, più in generale, per rimettere al centro dell’azione politica e sociale il tema del contrasto alle mafie e alla corruzione. Un’occasione di riflessione sulle tragedie che stanno interessando i nostri tempi che ci chiedono di non essere indifferenti e rassegnati. Un luogo per ribadire il nostro impegno contro disuguaglianze e povertà, per l’attuazione e la difesa della nostra Costituzione, nata per unire e non per dividere. Una possibilità per avanzare proposte alle autorità competenti e definire le linee guida per il nostro agire quotidiano. Un modo per riscoprire la bellezza di esserci, partecipare e non astenersi. Spesso rispetto ad una criminalità organizzata, sempre più organizzata e coesa (evidenti i segnali di legame tra ‘ndrangheta e cosa nostra, per via di un’evidente convergenza e commistione di interessi) si contrappone uno sforzo civico disgregato, disorganizzato e fragile. In tanti diciamo le stesse cose, ma non riusciamo a dirle, o ancora meglio a farle, insieme.
Questo è il momento di rilanciare la corresponsabilità per costruire e rafforzare il NOI, quella rete fatta di relazioni, impegno, confronto e dialogo tra associazioni, cittadini, istituzioni. Una rete impegnata a liberare i nostri territori dalla sottocultura della violenza e delle mafie e che faccia emergere non solo la bellezza dei nostri luoghi, ma anche la bellezza dell’impegno di ciascuno e ciascuna di noi. Perché la bellezza è sì un criterio estetico e ambientale, ma contiene in sé i semi della legalità, dell’equità, della giustizia sociale e del benessere collettivo e si oppone al dilagare della bruttezza, intorno alla quale orbitano concetti come paura, nichilismo e, ancora peggio, disperazione e violenza.
Abbiamo il dovere di impegnarci per orientare il presente e il futuro verso il bene dell’umanità perché, come diceva Peppe Valarioti, “se non lo facciamo noi, chi deve farlo?”.
Contromafie ha una storia che parte nel 2006. Da allora molte edizioni si sono susseguite e, negli ultimi anni, si è trasformata in Contromafiecorruzione. Un momento per confrontarsi tra attori istituzionali e associativi e, a partire dall’analisi di alcune questioni, procedere attraverso la formulazione di proposte rispetto alle quali impegnarsi tutti, ciascuno a seconda del proprio ruolo specifico. Contromafiecorruzione arriva in Calabria nel 2024 per ribadire l’importanza della rete sociale contro la ‘ndrangheta e per porre al centro alcune questioni. Consci che i temi da analizzare sarebbero molti e le soluzioni da formulare numerose, vogliamo assumerci la responsabilità di partire da alcuni punti per potere, nel prossimo anno sociale, procedere con ulteriori appuntamenti che si inseriscano in questo solco. Aggiungendo temi, analisi, riflessioni e azioni. Continuando a costruire un’azione civica di rete, che sia da stimolo e confronto per le istituzioni e che faccia emergere la forza del lavoro congiunto e la capacità di raggiungere, insieme, importanti cambiamenti.
Per iniziare questo percorso, abbiamo deciso di concentrarci su cinque aree tematiche, con l’auspicio che attivino un percorso utile a coinvolgere, di anno in anno, quante più realtà possibile. I nostri primi cinque tavoli di approfondimento sono:
L’iniziativa si svolgerà presso la Scuola di Polizia di Vibo Valentia. Il programma si articolerà dalle ore 14 del venerdì 18 ottobre alle ore 13 di domenica 20 ottobre 2024.