La febbre del cibo: "Bologna, il tuo odor di benessere"
19 dic 2024 - La nuova videoinchiesta di Libera Bologna
Ad Azzardopoli si continua a "giocare" d'azzardo, puntando sull'offerta che inevitabilmente genera la domanda. Questo porta ad un aumento del numero di giocatori, della somma spesa, delle perdite e delle dipendenze, con il risultato di rafforzare anche le attività mafiose. Mentre lo Stato vede crescere gli incassi, sono i cittadini a pagarne il prezzo. I costi umani e sociali che derivano da questa espansione del gioco d'azzardo superano di gran lunga i guadagni economici per le casse pubbliche.
In questo contesto, la decisione prevista dalla riforma dell'azzardo fisico (quello in agenzie, sale e esercizi commerciali), predisposta dal Ministero dell'Economia e presentata a fine ottobre a Regioni e Comuni, risulta ingiustificabile e irresponsabile. La proposta prevede una riduzione drastica dei luoghi sensibili (che vengono ridotti a soli due), e un significativo ridimensionamento del distanziometro, che attualmente stabilisce che sale gioco e esercizi commerciali con azzardo non possano essere aperti a meno di 300-500 metri da "luoghi sensibili" come scuole, chiese, oratori, centri sociali, impianti sportivi e centri anziani – luoghi questi ultimi particolarmente vulnerabili. Questa riforma rischia di vanificare gli sforzi di numerosi Comuni che, fino ad oggi, avevano intrapreso azioni per limitare l'espansione del gioco d'azzardo, andando nella direzione opposta alla scelta del Governo.
Ci domandiamo come si possa giustificare una simile apertura a una così vasta offerta di gioco, permettendo l'apertura di sale gioco e sale slot praticamente ovunque, senza rispettare le distanze dai luoghi sensibili, che ora sono ridotti a due, una scelta che ci riporta indietro di anni. Come è possibile che il Governo non si renda conto dei gravissimi danni che questa deregolamentazione indiscriminata può causare, soprattutto alle persone più vulnerabili, alle famiglie che ne sopportano le spese e, non da ultimo, agli interessi e alle attività mafiose? Le numerose operazioni condotte dalla magistratura e dalle forze dell'ordine ci raccontano come le mafie sfruttino il gioco legale per riciclare denaro, guadagnare, controllare il territorio e truffare lo Stato. Di fronte a queste scelte del Governo, ci viene spontaneo chiederci con coscienza critica: "A che gioco stiamo giocando?" O, forse, sarebbe più appropriato domandarsi: "A che gioco stanno giocando?"