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Beni confiscati in rete

Il progetto per conoscere i beni confiscati in Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta.

Libera promuove, con il contributo della Fondazione Compagnia di San Paolo e nell’anno del quarantesimo anniversario della legge “Rognoni-La Torre”, il progetto “Beni confiscati in rete”, un percorso rivolto a pubbliche amministrazioni, enti del terzo settore e cittadini per potenziare il riutilizzo dei beni confiscati in Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta.

Le tre regioni del nord-ovest, nonostante contino più di 1600 unità immobiliari confiscate, si collocano infatti agli ultimi posti in Italia per percentuale di beni riutilizzata (22% per il Piemonte e 29% per Valle d’Aosta e Liguria).

Il progetto intende agire su alcuni dei principali fattori di rischio a cui sono esposti gli attori locali: la scarsa conoscenza dei beni presenti sul territorio, delle procedure di gestione e dei fondi disponibili, sottolineata recentemente dalla Commissione Parlamentare Antimafia, la percezione di isolamento e paura di fronte alla presenza tangibile del fenomeno criminale, la difficoltà a far riferimento a modelli virtuosi di riutilizzo preesistenti.

L’obiettivo è riaffermare la forza dello Stato nell’azione sinergica contro le mafie e consentire una vera restituzione della ricchezza confiscata alle comunità locali sotto forma di beni comuni, servizi, lavoro.

LE AZIONI

Le azioni previste sono:

  • La realizzazione di tre mappature regionali dei beni confiscati, consultabili online sui portali di Libera. Le mappature saranno realizzate incrociando i dati derivati da ANBSC, dall’esame degli atti processuali e dal monitoraggio diretto; consentiranno ai soggetti interessati al riutilizzo di identificare i beni su cui sviluppare progettualità e alla comunità di conoscere le modalità e i luoghi di infiltrazione delle mafie sul territorio.
  • L’organizzazione di percorsi di formazione rivolti alla pubblica amministrazione e al terzo settore, con l’intervento di esperti del settore, sull’iter di acquisizione e concessione dei beni, sugli strumenti amministrativi utilizzabili (bandi, regolamenti comunali, convenzioni di assegnazione) e sulle opportunità di finanziamento degli interventi.
  • Un accompagnamento specifico per i soggetti del terzo settore nello sviluppo e scrittura della proposta di riutilizzo, con particolare attenzione ai modelli di sussidiarietà orizzontale, di co-progettazione e ai patti di collaborazione sui beni comuni.
  • La costruzione di una “rete per il riutilizzo” per mettere in sinergia gli attori istituzionali e sociali e consentire la condivisione di buone prassi, saperi e relazioni.

I risultati finali, raccolti e raccontati sotti forma di report e di webdoc, saranno presentati nel corso di tre convegni regionali.

RISORSE

I portali di mappatura regionale dei beni confiscati: Piemonte e Liguria.

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