Foggia, prima udienza del processo operazione Decima Azione bis
15 set 2021 - Libera si costituisce parte civile, naturale sbocco dell'impegno profuso dall'associazione nella lotta alla criminalità organizzata
“La sentenza di primo grado del processo Aemilia conferma che la ‘ndrangheta emiliana è una realtà criminale che ha agito in modo autonomo e si è radicata profondamente in regione. Ora nessuno puo' piu' dire “non sapevo” e chi continua a sottovalutare la presenza criminale o addirittura a negarla diventerebbe complice della presenza e del radicamento della organizzazione criminale nel territorio emiliano. Come Libera abbiamo seguito e presenziato tutte le udienze, abbiamo portato nelle aule del tribunale oltre 3000 giovani provenienti dall'Emilia e da tutta Italia perché è importate esserci fisicamente perché le mafia si radicano nel silenzio e si nutrono dell’omertà. Le infiltrazioni mafiose, che interessano questo territorio come ormai la maggior parte delle zone del Paese, si contrastano con la repressione e gli strumenti giudiziari, ma il primo e imprescindibile strumento rimane il risveglio delle coscienze, l’orgoglio di una comunità che antepone il bene comune alle speculazioni e ai privilegi, contrastando in tutte le sedi la criminalità organizzata e i suoi complici. E non ultimo vogliamo ricordare le ultime parole dette in aula del collaboratore Antonio Valerio, per il quale ci sono frotte di giovani in attesa di arruolarsi, anche qui da noi, al servizio di questa mafia che ha contaminato l’Emilia. Crediamo che la sentenza sia la risposta migliore anche a queste parole inquietanti, per dare la dritta a questi giovani, offrire loro un un segnale e far capire che possono e devono scegliere una strada diversa da quella criminale che significa alla fine carcere , significa vivere una vita di nascosto. In una nota Enza Rando, vicepresidente di Libera e responsabile ufficio legale dell'associazione commenta la sentenza di primo grado del processo Aemilia