Contromafiecorruzione

Si è conclusa Contromafiecorruzione

Un manifesto di impegno con richieste alle Istituzioni e alla politica rimettere al centro del dibattito nazionale la lotta alle mafie e alla corruzione

Un manifesto di impegno affinché la bellezza della giustizia, della legalità democratica e dell’equità prevalga sulla violenza, sulla disperazione e sull’abbandono con delle richieste alle istituzioni e alla politica per rimettere al centro del dibattito nazionale la lotta alle mafie e alla corruzione. Si è chiusa Contromafiecorruzione di Libera che quest'anno si è svolta in Calabria a Vibo Valentia. Tre giorni di lavoro e di confronto per fare il punto sullo stato della lotta alle mafie e alla corruzione nel nostro Paese, con un'attenzione particolare alla potenza criminale ed economica della ndrangheta con la partecipazione nei tre giorni di oltre 1000 persone e con oltre 70 contributi di magistrati, esponenti del sindacato, del terzo settore, dell'Università', amministratori, giornalisti, scrittori. L’iniziativa nazionale di Libera ha voluto sottolineare l’importanza di un’azione corale che metta in luce storie di impegno e successo, e che proponga prassi civiche e richieste istituzionali che si diffondano in tutto il Paese e guardino ad un orizzonte di impegno internazionale. Dalla Calabria all’Italia tutta, dall’Italia tutta per e con la Calabria.

L'impegno di Libera

Per troppo tempo- si legge nel manifesto finale di Contromafiecorruzione- le mafie tutte, e la ‘ndrangheta in particolare, hanno prosperato anche grazie a una sottovalutazione colpevole del problema, relegate a un fenomeno marginale o esclusivamente criminale. Oggi è chiaro che il contrasto alle mafie non può limitarsi alle sole operazioni di polizia: deve coinvolgere ogni aspetto della vita civile, a partire dall’azione culturale e formativa. Risulta di primaria importanza promuovere la piena fruizione dei diritti sociali e di cittadinanza, contrastando diseguaglianze e povertà. Pertanto Libera si impegna a lavorare insieme alle realtà sociali per dare forma a un nuovo senso di comunità fatto di relazioni di cura, riconoscimento e legami significativi e dare vita ad un gruppo di lavoro finalizzato ad una strategia comune sui percorsi di educazione e racconto delle esperienze di riscatto, libertà e liberazione partendo dalla memoria delle vittime innocenti delle mafie e dei migranti, dall'incentivare e valorizzare il riutilizzo dei beni confiscati accompagnando forme di economia civile, istituendo tavoli di coprogettazione e promuovendo azioni di monitoraggio civico e istituzionale.

Le richieste alle Istituzioni e alla politica

Nella parte delle richieste alle Istituzioni e alla politica, si chiede di investire nella scuola come luogo di educazione, accoglienza e di socializzazione; curare le aree interne e le zone montane, come spazi sui quali investire e verso i quali attrarre competenze, operatori economici, cittadini; potenziare la cura del territorio ; predisporre piani di contrasto nei confronti dell’economia sommersa, del lavoro irregolare, del caporalato, delle diverse forme di evasione ed elusione fiscale; investire nella formazione specifica del personale della pubblica amministrazione, al fine di offrire lenti interpretative e strumenti operativi di azione contro i fenomeni criminali; contrastare ogni progetto volto ad aumentare le diseguaglianze territoriali, come l’“autonomia differenziata”; sviluppare progetti volti all’approvazione di provvedimenti e investimenti per le politiche di accoglienza, capaci di superare i canoni del neoliberismo che si traducono in politiche indifferenziate, che non valorizzano le peculiarità di ciascun territorio; portare a compimento la riforma legislativa per accompagnare coloro che scelgono la terza via, il percorso di “Liberi e libere di scegliere”, allontanandosi dai contesti familiari criminali per costruire una nuova vita, persone che hanno bisogno di riconoscimento, tutela e accompagnamento; riconoscere le vittime innocenti delle mafie e della corruzione e i loro familiari, sostenendo le proposte della piattaforma “Diritti Vivi”; investire maggiori e continuative risorse per favorire l’accompagnamento di chi denuncia il racket e l’usura, dei testimoni e dei collaboratori di giustizia

Le parole di Luigi Ciotti

“La politica che non fa le politiche sociali, le politiche culturali, una politiche che non rispetta la dichiarazione universale dei Diritti umani è una politica che diventa criminogena, che favorisce il crimine. Le leggi devono tutelare i diritti, non il potere. Sono strumenti di promozione della giustizia sociale, non di disuguaglianze e discriminazioni. In questo periodo storico urge mettere gli argini per evitare di cadere in quelle autocrazie contro le quali tutte le costituzioni sono nate. Evitare quelle derive politiche autoritarie che mettono a repentaglio la condizioni delle democrazie. E' questo il nostro impegno e la nostra responsabilità”


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