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Da anni, Libera chiede alle istituzioni, nazionali e comunitarie, di veder riconosciuto il ruolo degli enti di società civile nel supporto al whistleblowing.
Whistleblower è chi vuole segnalare un eventuale illecito a cui assiste sul proprio luogo di lavoro. Persone così hanno bisogno di non essere lasciate sole nel “dilemma etico” precedente a qualunque segnalazione/denuncia: spesso hanno bisogno di confrontarsi con realtà terze, formali, riservate e indipendenti con cui anche solo condividere il proprio vissuto e mettere in ordine le cose. A tal riguardo, senza attendere un riconoscimento formale ma continuando a fare advocacy istituzionale, dal 2017 abbiamo dato vita a Linea Libera, servizio di ascolto che, assieme ad altri ambiti, si rivolge a chi assiste a episodi opachi, condotte corruttive e intenda segnalarli o denunciarli ( 800.58.27.27 o scrivi a linealibera@libera.it)
Grazie ad una convenzione rinnovata ad hoc con ANAC, Libera si vede formalmente riconosciuto tale ruolo, a titolo completamente gratuito.
E' del 2019 la direttiva europea che suggerisce agli Stati dell’Unione di dotarsi di una normativa che preveda, tra le altre cose, anche cosiddetti “servizi di ascolto”. All’Italia è servito più di un anno, oltre la scadenza fissata per legge, per giungere alla normativa di recepimento della direttiva, nel marzo del 2023. Questa normativa affida all’Autorità anticorruzione ANAC il compito di riconoscere formalmente, tramite convenzione, servizi di supporto civici. Nei fatti: significa poter veder richiamato il nostro servizio sui portali di ANAC e, in tal modo, rendersi più direttamente accessibili ai destinatari.
Auspichiamo che ciò concorra ad aumentare il numero e la qualità delle segnalazioni di whistleblowing in Italia.