Bene Italia

Istituzione del Fondo per finanziare le spese di gestione beni confiscati a mafie

Libera: "Un segnale che va nella giusta direzione per sostenere i progetti di riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie."

Libera e le associazioni nazionali e territoriali firmatarie dell'appello alla Ministra Carfagna del dicembre scorso esprimono soddisfazione per l'istituzione di un Fondo per le spese di gestione dei beni confiscati, previsto dal decreto legge sull'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza approvato ieri in Consiglio dei ministri. Introdurre strumenti di sostegno per supportare sia la fase di avvio delle attività sia la continuità delle tante buone pratiche realizzate, era una delle richieste inserite nel testo dell'appello insieme a quelle relative alla valorizzazione del ruolo del terzo settore, alla necessità di introdurre procedure di coprogettazione con gli enti locali - attraverso la promozione della partecipazione dei cittadini e delle comunità - ed a quelle di estendere le risorse finanziarie del Piano nazionale e dei fondi delle politiche di coesione anche per i beni confiscati presenti nei Comuni del centro nord Italia, dove il numero dei sequestri e delle confische è aumentato notevolmente negli ultimi anni. Riteniamo allo stesso tempo che sia necessario aumentare sensibilmente lo stanziamento delle risorse previste nel decreto legge di due milioni di euro per il 2022, rispetto a tutte le progettualità ed i percorsi di riutilizzo già esistenti o che potranno attivarsi nei prossimi anni dal bando pubblico in scadenza il prossimo 22 aprile. Fin dal 1995 e dalla petizione popolare che portò alla raccolta di più un milione di firme per l' approvazione della legge 109 del 1996 chiedevamo l'istituzione di un fondo nazionale per sostenere i percorsi sociali di riutilizzo dei beni tolti ai mafiosi e ai corrotti ed i percorsi educativi e di imprenditorialità giovanile, insieme al sostegno per i testimoni di giustizia e le vittime delle mafie. Per questo chiediamo un maggiore impegno perchè una quota del Fondo unico giustizia, dove confluiscono i soldi e le liquidità confiscate, possa essere destinata a questi obiettivi di corresponsabilità e di giustizia sociale.