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Torino: alla Certosa Val di Susa riunione preti, sarcedoti della rete di Libera

Due giorni di riflessioni sulla condizione ecclesiale, sociale e politica del Paese con il presidente della Cei card. Matteo Zuppi, Don Luigi Ciotti, Rosy Bindi, Don Cosimo Scordato e vescovo di Locri-Gerace Mons. Francesco Oliva

Torino: alla Certosa Val di Susa riunione preti, sarcedoti della rete di Libera

Più di 50 sacerdoti e preti impegnati con Libera nei percorsi di educazione alla legalità provenienti da ogni parte d’Italia hanno accolto l’invito di don Luigi Ciotti a ritrovarsi, dal 28 al 30 agosto, presso la Certosa 1515 in Val di Susa a riflettere e pregare insieme sulla condizione ecclesiale, sociale e politica attuale del Paese. Una due giorni per condividere momenti di fraternità e di preghiera ma soprattutto per riflettere e confrontarsi sulle sfide che le mafie, la corruzione e il malaffare lanciano al mondo religioso. Non è la prima volta che il gruppo, che in buona parte opera nella rete di Libera, si riunisce, ma in questa occasione ha avuto modo di confrontarsi in maniera serrata col presidente della Cei card. Matteo Zuppi. La riflessione è stata animata da don Cosimo Scordato, teologo palermitano, Rosy Bindi e dal vescovo di Locri-Gerace Mons. Francesco Oliva. In particolare si è sottolineata la necessità che la sensibilità di un’educazione che contrasti la pervasività della mentalità e dell’agire mafioso non sia appannaggio solo di alcuni pastori sensibili ma entri piuttosto nella pastorale ordinaria e, in particolare, nei percorsi della formazione dei futuri presbiteri. Tematiche urgenti che devono trovare ampio diritto di cittadinanza nel cammino sinodale nazionale e universale. Sono stati molti i punti che hanno trovato piena sintonia con le considerazione del card. Zuppi e che – è stato assicurato – entreranno nell’agenda delle programmazioni pastorali dei diversi ambiti del vissuto ecclesiale. Ricca anche l’agenda della presenza sociale e politica di Libera per rafforzare politiche di welfare e prossimità che sottraggano consenso alle mafie in tutte le loro espressioni.