Mafia inabissata: la nuova invisibilità del crimine organizzato
19 nov 2024 - I dati del sondaggio Libera-Demos per Repubblica
Papa Francesco ha inviato una lettera alla delegazione di Libera guidata da Luigi Ciotti in questi giorni in Argentina per il progetto Bien Restituido (Bene Restituito) con obiettivo di promuovere il riutilizzo sociale dei beni confiscati La lettera del Papa è stata letta da Luigi Ciotti nella serata di ieri presso l'Aula Magna della Facoltà di Diritto nell'Università di Buenos Aires in occasione del Congresso "Riutilizzazione sociale dei beni confiscati alla criminalità organizzata: un'opportunità per la società e per lo Stato" promosso da Libera
Mi fa piacere sapere del lavoro che sta realizzando l’Argentina in sinergia con l’Unione Europea, in particolare con l’Italia, nella lotta al crimine organizzato. La collaborazione reciproca è imprescindibile per vincere questo tipo di associazione illegale, che non conosce frontiere e beneficia dei conflitti tra i popoli e del cattivo funzionamento delle istituzioni. Il lavoro per il bene comune esige pratiche comuni di coordinamento e collaborazione capaci di affrontare la realtà nella sua complessità.
L’azione giudiziaria e processuale nei confronti di questo tipo di criminalità è di solito focalizzata sul piano della repressione e del castigo, ma si tratta di una prospettiva limitata che lascia il cammino incompiuto. É difficile pensare alla soluzione di un procedimento penale senza che sia prevista la reparación (in spagnolo si intende non solo un risarcimento economico, ma un risarcimento integrale) e perché no, anche una reparación che includa le cause.
Il crimine organizzato produce un danno sociale su ampia scala: genera vittime visibili ed invisibili, portatrici di una sofferenza che deve essere ascoltata e risarcita, inoltre implica, per la società nel suo insieme, assumere e invertire i meccanismi – tante volte radicati nell’inconscio collettivo – che producono la sua proliferazione. L’Italia ha molto da offrire, a partire dalla sua esperienza, un’esperienza di dolore, ma anche di resistenza e di rinascimento. Il riuso sociale dei beni confiscati è un esempio virtuoso di risanamento e di pacificazione attraverso l’azione collettiva. Per lo Stato è un’opportunità per volgere lo sguardo alla sua gente creando opportunità dove prima non esistevano – perché il crimine organizzato si impone solitamente dove le istituzioni sono assenti o mal funzionanti.
È anche un’opportunità per lo Stato di assumersi le sue responsabilità e riconoscere le sue omissioni; perché uno Stato che guarda solo a sé stesso, si confonde e si perde.
Riconosco l’importanza di questo incontro e sono felice di vedervi riuniti per cercare soluzioni pratiche che aiutino a riparare il danno prodotto dal crimine organizzato alla società. Ho la speranza che in questo modo la giustizia acquisisca spazio e che, come dissi una volta ad un incontro di Libera, si ampli, metta radici ed occupi lo spazio che altrimenti è occupato dall’ingiustizia.
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Il Commento di Luigi Ciotti al messaggio del Papa
Siamo grati al Santo Padre per il suo messaggio che riconosce testualmente il ruolo della rete di Alas di Libera a livello internazionale. Papa Francesco nel suo messaggio chiarisce, da subito una prospettiva in genere non riconosciuta: che le mafie, non sono un fenomeno solo italiano ma sono un problema mondiale che richiede uno sforzo istituzionale congiunto a livello internazionale. Questa prospettiva fatica ad essere compresa negli Stati, nella Chiesa, nella società, nella mentalità. Le parole del Papa richiedono , dunque, un azione nostra in questo senso. Il Papa parla all'Italia, si rivolge a tutti gli Stati, stimola l'azione e il pensiero della Chiesa che deve innovarsi concettualmente su questo. Le mafie sono mondiali ma c'è un importante riconoscimento all'Italia, Paese dove sono nate , in gran parte le mafie, ma è anche il Paese dove nasce l'Antimafia.
Papa Francesco associa, inoltre il problema del crimine al “funzionamento deficitario delle istituzioni”. E' questo uno dei volti della corruzione, che non è solo tangenti, ma inefficienza, inefficacia, incapacità. Qui c'è l'ampiezza della Visione di Francesco sulla corruzione che è spirituale, sociale, culturale, economica e politica. Questi argomenti non vanno trattati solo in termini di repressione ma di giustizia: il Papa parla di “riparazione del danno”. Di qui, il ruolo anche della Chiesa, che va approfondito, codificato perché attualmente la chiesa universale non ha una dottrina su questi temi.
Parlando di riutilizzo dei Beni confiscati ai mafioso dice di cercare soluzioni pratiche recuperando il celebre concetto “la realtà è più importante dell'idea” della Evangelii Gaudium. E' necessario concretezza, basta moralismi e schemi teorici o ipocrisia. Il suo intervento è anche un formidabile stimolo all' azione della Chiesa Istituzionale
Infine Papa Francesco conclude il testo con la parola “iniquidad” inquadrando il problema delle mafie in un ottica diversa: combattere le mafie non significa solo opporsi al Crimine ma significa lavorare prima del crimine. Intervenire ed incidere nella società prima che essa frani nel crimine. Spesso infatti , il maggior ostacolo, si riscontra nel confronto con i Poteri e privilegi della società, che non sono affiliati con le mafie, ma frenano il cambiamento provocando, poi, il terreno fertile per il crimine organizzato.