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Salviamo l'Umanità e il pianeta!

Libera partecipa al IV Incontro Mondiale dei Movimenti Popolari

Salviamo l'Umanità e il pianeta!

Libera anche quest’anno ha partecipato all’annuale Encuentro Mundial de los Movimientos Populares, che per la quarta occasione ha riunito per un confronto aperto e produttivo le rappresentanti ed i rappresentanti delle realtà sociali delle Americhe (Nord, Centro e Sud), d’Europa, dell’Africa e dell’Asia.

L’EMMP è stato diviso in due sessioni, una più interna, lo scorso 9 luglio, che ha visto riunirsi decine di organizzazioni provenienti da tutto il mondo su specifici ambiti tematici e di azione ed una seconda sessione, lo scorso 16 ottobre, qui l’evento online completo, dedicata all’incontro con Papa Francesco, principale promotore di questa iniziativa, volta all’ascolto ed allo scambio con quelli che lui definisce “i poeti sociali”, ossia chi è impegnato da sempre nelle aree più problematiche del pianeta per garantire a tutte/i le ormai rinomate tre T: Techo, Tierra Trabajo (Tetto, Terra, Lavoro). 

In tale occasione il Papa ha lasciato alle/ai partecipanti un messaggio di solidarietà e speranza.

L’incontro tra le organizzazioni ha prodotto inoltre un documento di sintesi, riportato qui di seguito e firmato, oltre che da Libera, anche da diverse organizzazioni della rete latinoamericana (Alas - América Latina Alternativa Social) e africana (Peace and Liberation in Africa through change and commitment ) da noi promosse.

SALVIAMO L’UMANITA’ E IL PIANETA!

Negli ultimi sette anni, lavoratrici e lavoratori, contadine e contadini, giovani, popoli indigeni, poveri, gli emarginati e gli esclusi provenienti dalle periferie urbane, rurali e lavorative, si sono riunite/i in occasione degli Incontri Mondiali dei Movimenti Popolari (EMMP - Encuentros Mundiales de los Movimientos Populares) promuovendo un dialogo con Papa Francesco, per far sentire la propria voce e dare visibilità alle preoccupazioni sulle crescenti ingiustizie causate dalla globalizzazione capitalista, sfruttatrice e basata sull'esclusione.Ci siamo riuniti per riflettere e condividere le nostre lotte sociali, organizzate a livello comunitario, che in questi tempi di pandemia sono state particolarmente importanti per centinaia di milioni di persone. Ci siamo incontrati anche per proporre nuove modalità di accesso rispetto ai diritti alla Terra, alla Casa e al Lavoro (Tierra, Techo, Trabajo) e per pensare a un nuovo paradigma umano che superi le strutture disumane che sono alla base dei problemi socio-ambientali che ci affliggono.

Come risultato dei primi tre incontri, e nel dialogo con Papa Francesco, sono emerse proposte e idee importanti. Queste sono riassunte nei tre documenti prodotti dai movimenti e nel sostegno di Papa Francesco esplicitato nei suoi discorsi, in queste occasioni di incontro.Quest’anno, nel 2021, l'EMMP si sta realizzando in forma virtuale in due diverse sessioni: la prima avvenuta lo scorso 9 luglio, in cui si sono riuniti i delegati di 50 paesi, e una seconda sessione con Papa Francesco il 16 ottobre, giornata in cui si commemora la lotta dei contadini per il diritto alla terra da cui proviene il nostro cibo.

Le considerazioni che seguono sono il risultato degli scambi realizzati nel corso della prima sessione:

1. L'umanità è in crisi a causa di un sistema economico distruttivo, tossico e disumano

Da quando l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha annunciato nel dicembre 2019 la diffusione di un virus sconosciuto, l'intera umanità si è trovata senza protezione, è stata immersa nella paura, ha assistito con dolore alla sofferenza di milioni di persone contagiate ed alla perdita di migliaia di vite.La pandemia ha rivelato ciò che i movimenti popolari del mondo hanno sempre denunciato: il tracollo del sistema capitalista sfruttatore, predatore e distruttore della vita, che colloca il profitto prima di qualsiasi essere umano e della natura. Il sistema di disuguaglianze si è installato più che mai nella storia dell'umanità, sia tra i popoli che all'interno delle nazioni. Basta guardare l'ingiusta distribuzione dei vaccini per capire che non esiste una vera comunità internazionale, ma piuttosto un grottesco dominio dei grandi gruppi economici e di una manciata di poteri che monopolizzano beni indispensabili, come i vaccini che fermano la pandemia.In sostanza, i ricchi e i potenti sono oggi più ricchi e potenti perché hanno approfittato delle necessità di confinamento globale e del bisogno impellente di sopravvivenza di tutti gli altri. I poveri oggi sono più poveri. I sistemi sanitari e di protezione sociale hanno mostrato la loro inadeguatezza nel corso della pandemia, e questa è una diretta conseguenza di decenni di politiche neoliberiste che hanno lasciato milioni e milioni di persone vulnerabili senza alcuna protezione.

2. Tra la gente delle periferie cresce la consapevolezza e la solidarietà

D’altra parte, le periferie urbane, rurali ed esistenziali che resistono alla cultura dell'usa e getta" ed alla globalizzazione dell'indifferenza, di fronte alla crisi, hanno assunto modalità basate sulla solidarietà, sull'impegno, sulla collaborazione volontaria e sulla disponibilità verso il prossimo. Tale attitudine si è riflessa nelle innumerevoli azioni locali volte a mitigare gli effetti immediati di questa crisi.Durante questi tempi di pandemia, i movimenti popolari si sono adoperati nelle cucine comunitarie, distribuendo cibo ai più poveri e a quelle categorie di popolazione che si autosostengono economicamente (erroneamente definiti "lavoratori informali"). Il fatto che non potessero lavorare durante i periodi di isolamento ha portato ad una crescente domanda di cucine comunitarie. Molte organizzazioni hanno anche creato fondi di solidarietà per sostenere coloro che hanno perso lavoro.

Si sono organizzati anche per realizzare kit di protezione destinati ai sistemi sanitari e per distribuire maschere protettive ai lavoratori di attività indispensabili, che dovevano continuare le loro attività.

Si sono organizzati per condividere non solo il cibo ma anche l'acqua. Si sono anche organizzati e si stanno organizzando per produrre e distribuire disinfettanti nei quartieri poveri, in modo che anche lì si possano adottare misure di prevenzione.

Si sono organizzati per non interrompere le attività essenziali, principalmente la produzione e la distribuzione di cibo, così come il riciclaggio dei rifiuti.

Si sono organizzati per contrastare gli abusi della polizia contro coloro che dovevano necessariamente uscire a lavorare, come i venditori ambulanti, per portare il pane a casa.

Si sono organizzati per intervenire sulle carenze educative dei bambini in età scolare, soprattutto nei luoghi dove la connessione internet non arrivava in modo efficiente o non erano disponibili i dispositivi necessari per mettere a punto la didattica a distanza.

Si sono organizzati per ottimizzare al meglio il proprio tempo, per fare formazione politica virtuale, per stimolare un pensiero critico e per elaborare proposte per una migliore via d'uscita da questa crisi.

I movimenti popolari sono difensori comunitari: le comunità indigene si sono organizzate per proteggere i loro territori e le loro culture dall'avanzata delle imprese. Abbiamo anche lottato in ogni quartiere contro gli sfratti e gli sgomberi delle famiglie senza tetto che non hanno più entrate sufficienti per pagare l'affitto.Questo si aggiunge agli sforzi di milioni di persone, lavoratori domestici, operatori sanitari, insegnanti, comunità cristiane e religiose, che si sono impegnati nei quartieri e nelle strade deserte con innumerevoli azioni di solidarietà “affettiva ed effettiva”.Vediamo allora che tra gli umili, tra la gente che lavora, nelle periferie, c'è una crescente consapevolezza della necessità di riprendere il controllo della dimensione pubblica, dei beni comuni, dirottato dagli interessi particolari di piccole minoranze avide.

3. Un nuovo paradigma per superare i dilemmi dell'umanità

In questo IV EMMP riaffermiamo la nostra lotta per la terra, la casa e il lavoro per tutte e tutti in ogni luogo del mondo, inoltre abbiamo stabilito che tornare alla normalità che segnava le nostre esistenze pre pandemia sarebbe un suicidio. Senza tralasciare le rivendicazioni locali, abbiamo definito, come richieste immediate dei movimenti popolari, le seguenti priorità, dalla dimensione globale:

Sosteniamo la costruzione di un nuovo paradigma di sviluppo umano integrale, che dia priorità alla vita prima del profitto, che armonizzi le relazioni umane e ambientali. Comprendiamo che la lotta contro la povertà e l'esclusione sia un problema politico e non solo sociale, pertanto è necessaria una profonda riformulazione: un nuovo modello umano, egualitario, fraterno, libero, partecipativo ed ecologico. La pandemia ha esasperato le disuguaglianze ma allo stesso tempo ha evidenziato il ruolo dei movimenti popolari nelle comunità più povere.

Proponiamo una nuova architettura internazionale, in linea con un sistema multipolare, che rispetti l'autodeterminazione e la sovranità dei popoli ma che promuova anche una governance internazionale basata sulla solidarietà e sulla cooperazione, dove la pace mondiale, la democrazia partecipativa, la pianificazione economica, la giustizia sociale e il rispetto della natura siano intesi come parte di un tutto integrale.