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Spiaggia Libera SPQR di Ostia: una verità, tante bugie

Spiaggia Libera SPQR di Ostia: una verità, tante bugie

La storia della Spiaggia Libera SPQR di Ostia necessita di un prologo e di un racconto dettagliato. Solo leggendo tutte le tappe di questa vicenda si capirà la verità e le tante bugie messe in campo per per screditare il lavoro di Libera e Uisp. Abbiamo, tuttavia, una certezza: noi non ne usciamo sconfitti perché la partita che volevamo giocare non ce l'hanno fatta nemmeno iniziare. Abbiamo capito sulla nostra pelle cosa possa significare in termini di fatica, di pressioni e di aggressioni quotidiane, tentare di portare modelli di gestione trasparenti e legali dentro territori ammalati di mafiosità.

Il Prologo, Repubblica 16 dicembre 2017 di Enrico Bellavia

Prendete una determina del 2010 che bolla come abusivo un chiosco su una spiaggia in concessione a Ostia, non dategli corso e portatevela a casa. Avrete una cartuccia se qualcuno vi chiederà conto di quel lido che gestisce Roberto Bocchini, amico dei “neri” e poi degli emergenti 5S Paolo Ferrara e Davide Barillari. Quando, quello stesso lido, nel 2014, sarà assegnato con bando a Libera e all’Uisp, lasciate del tutto ignare dell’abuso, prendetevela comoda, poi mandate quel foglio per WhatsApp alla dirigente del X Municipio, Cinzia Esposito. E trasformate la cartuccia in bomba. Adesso gli abusivi saranno Libera e Uisp che devono sloggiare. Le finte associazioni antimafia di Ostia esulteranno. Faranno un bel dossier benedetto dai 5S, anche contro la nostra Federica Angeli. E rideranno tutti: Spada e CasaPound compresi. Di chi era la determina? Di Franco Nocera, ex dirigente dell’ufficio tecnico di Ostia, arrestato ieri. per mazzette.

La storia e l'esperienza della Spiaggia Libera SPQR

La storia della Spiaggia Libera SPQR è una vicenda prolungata e complessa, che ci racconta qualcosa di importante delle dinamiche di un territorio così particolare come quello di Ostia. E' una storia fatta dell'impegno di molte persone, delle loro speranze di cambiare il posto in cui vivono e degli ostacoli che hanno dovuto affrontare. Che riguarda il suo bene più prezioso, il mare, e la gestione di questo settore da parte degli uffici di un Municipio precedentemente sciolto per mafia, con comportamenti e atti il cui disegno è ancora tutto da interpretare, e che si intrecciano con l'agire di attori economici e sociali del territorio. E che racconta di rapporti politici, di personaggi in ascesa e in declino, e di attori spregiudicati della vita lidense, di dossier e attacchi che ripetutamente si armano contro alcuni o contro altri, a seconda degli interessi in gioco. Nei territori di Spada e Fasciani, Ostia è anche altro. La vicenda inizia con Uisp e Libera e il loro progetto di partecipare al bando spiagge libere promosso dal Municipio X nel 2014. Di certo è una sfida importante: il mare è la risorsa di Ostia, quella che porta migliaia di romani sul litorale, e che anno dopo anno ha visto la sabbia trasformarsi in cemento, Sviluppare un progetto diverso, significa aprire una breccia nel muro, un fronte di cambiamento per tutto il territorio.

Il bando pubblico, i ricorsi, e la sistemazione della spiaggia

Libera e Uisp partecipano quindi al bando sviluppando un’idea di gestione libera, pulita, trasparente della costa di Ostia. Risultano terzi nella graduatoria relativa al lotto di spiaggia n.8. Ma i primi, gli ex gestori della spiaggia, la coop sociale Roys, vengono esclusi ex articolo 38, per non aver dichiarato alcuni specifici precedenti penali. I secondi avevano espresso preferenza per un altro lotto messo a bando. E' così Uisp e Libera risultano assegnatari di quella che sarà poi la Spiaggia Libera SPQR. Siamo nell'aprile del 2014. E' in quel frangente che gli ex gestori fanno ricorso al Tar. Ma nonostante fossero esclusi dal bando, il municipio pensò bene di affidare loro la spiaggia per quella prima stagione balneare, in attesa dell'esito del ricorso. Una decisione lascia Libera e Uisp sgomenti. Ma nulla cambia e si dovrà aspettare tutta l'estate.La spiaggia verrà affidata solo a fine settembre, a stagione finita, e in condizioni davvero compromesse. Sull'arenile ci sono 11 campi da beach volley con recinzioni e reti abusive, le strutture in muratura in evidente stato di decadimento, le fontanelle dell'acqua pubblica sotterrate sotto la sabbia. Tutto su demanio pubblico, con tanto di materiali di ogni sorta ammassati ai lati della spiaggia. Una discarica a cielo aperto. Ma Libera e Uisp non si scoraggiano, e si rimboccano le maniche. Prendono possesso dei luoghi e iniziano a pulire e sistemare. E chiedono formalmente al Municipio quali siano le sistemazioni da effettuare: il bando prevede infatti il compito di ripristinare i luoghi secondo quanto riportato nelle mappe allegate.Mappe confuse e contraddittorie – forse non casualmente – che impongono di chiedere un chiarimento formale sui lavori da effettuare. Il municipio risponde a seguito di un sopralluogo, dicendo cosa tenere in piedi, cosa rimuovere, cosa puntellare e rimettere in sesto.Il chiosco ad esempio, secondo il direttore del Municipio, è acquisito a demanio marittimo, e si può utilizzare per una migliore erogazione dei servizi ma non per attività di ristorazione, come esercitata abusivamente dai precedenti gestori. La nota è del marzo 2015. Uisp e Libera eseguono i lavori secondo quanto richiesto, avviandosi verso la prima stagione della Spiaggia Libera SPQR. 

La prima e unica stagione della Spiaggia Libera SPQR

La stagione è ormai partita: i giovani lavoratori impiegati – tutti ovviamente in regola - sono 16, a dedicare ore e sudore ogni giorno, battendo quotidianamente migliaia di scontrini, e facendo spazio a incontri e attività culturali.Libera e Uisp dissotterrano le famose fontanelle per restituire acqua pubblica ai bagnanti, e chiederanno autorizzazioni per il minimo indispensabile. Si prova ad allestire gli spazi con strutture sportive leggere, o aprire la sera per qualche evento, ma le autorizzazioni non arriveranno mai. Iniziano le prime attenzioni, strani personaggi a far visita alla spiaggia in orari precisi, diffide per rumori e attività serali mai esistite, perfino le fotografie dei motorini dei lavoratori pubblicate su internet dai militanti di Casapound per sostenere che in spiaggia vi fossero i centri sociali. Nel frattempo, in seguito a una piccola multa ricevuta per una porta non lavabile nel retro del chiosco, la Spiaggia Libera SPQR finisce rocambolescamente nel giro di accuse e contro accuse, con forze politiche che arrivano addirittura a chiedere la revoca dell'affidamento della spiaggia di Libera. Eppure dentro quel chiosco, fino al mese di giugno c'erano le celle frigorifere dei precedenti gestori – quando arriva la sentenza del Consiglio di Stato che definitivamente ne sancisce l'esclusione - strumenti e strutture che hanno rallentato ogni lavoro di sistemazione. Libera e Uisp pagano giustamente e ovviamente quanto dovuto, e continuando il lavoro di cura di quello spazio pubblico, perché sia migliore giorno dopo giorno. E' un'estate strana, e non è la prima volta che a Ostia, la città dei Fasciani e degli Spada, quella dei direttori di municipio arrestati per corruzione o dei porti turistici sequestrati, l'unico problema sembra essere la spiaggia di Libera.

Il mare che non si può toccare, le accuse e le smentite

Non è la prima volta che blog, parlatori di pseudo associazioni, pagine face book o perfino qualche giornalista, sfoderano il loro campionario di accuse ed insulti per orientare ombre verso le azioni di Libera a Ostia. Alla prima stagione della Spiaggia Libera SPQR, quindi, lo schema si ripete. Esposti, attacchi, minacce.Fino alla conferenza stampa del settembre 2015 in cui il movimento 5 Stelle presenta un dossier destinato alla Commissione Parlamentare Antimafia in cui gettano dubbi anche su Libera. Il dossier trapela fino ai quotidiani, ma Libera e Uisp replicano in conferenza stampa punto su punto a Ottobre. Una replica che porterà il movimento 5stelle a non presentare più quel documento in Commissione Antimafia. Sarà poi Libera a raccontare ancora, presso la commissione antimafia, tutti gli elementi di questa storia.

I confronti in municipio, i documenti mancanti

Dopo i mesi complicati dell'estate, arriva finalmente il momento del confronto con la pubblica amministrazione, per gestire tutte le difficoltà che le associazioni avevano segnalato. Arriva il primo incontro in Municipio con la nuova direttrice e alcuni collaboratori: siamo a novembre 2015. E’ in quella occasione che viene comunicato alle associazioni che attualmente in municipio non è presente tutta la corrispondenza tra le associazioni e il municipio stesso, compresa la lettera in cui il precedente direttore del Municipio affermava che il chiosco fosse acquisito a demanio marittimo, regolare e utilizzabile. Libera e Uisp consegnano così tutto il faldone, come poi faranno il mese seguente in Commissione Antimafia. Si arriva così a marzo 2016, con tutte le domande sul futuro della spiaggia Libera SPQR ancora aperte.  Le associazioni chiedono così di essere ricevute in municipio.

L’ordinanza di demolizione del 2010 e la fine del progetto

Dopo alcuni giorni di attesa, Libera e Uisp presentano un esposto il 30 Marzo 2016 presso la Procura di Roma. La sera di quel giorno vengono ricevute in municipio, dalla direttrice insieme con altri funzionari e dirigenti. In particolare Franco Nocera, dirigente del municipio in ambito di edilizia privata, presenta un documento importante: è un'ordinanza di demolizione di abusi indirizzata alla cooperativa che gestiva la spiaggia prima di Libera e Uisp. Un'ordinanza del 2010, di sei anni prima, da eseguire allora entro 30 giorni ed evidentemente mai eseguita, che chiede di abbattere un manufatto presente sull’arenile, il chiosco. Il responsabile unico della procedura è proprio Franco Nocera, oggi arrestato per corruzione per le tangenti che avrebbe ricevuto da imprenditori dell'edilizia. Il direttore dell'epoca è Aldo Papalini, anche lui arrestato e già condannato per corruzione, per aver favorito perfino gli interessi del Clan Spada sugli stabilimenti balneari. Ma l'ordinanza, ovviamente, era la prima volta che veniva mostrata a Uisp e Libera. Omessa dal bando di gara, omessa al momento della firma della convenzione. Omessa perfino quando fu chiesto di conoscere quali lavori di sistemazione effettuare sulla spiaggia. Scomparsa durante gli anni delle gestioni precedenti, o quando il municipio ne riprende possesso. Ma tornata casualmente in voga quando gli affidatari dell’arenile sono Uisp e Libera.  Ma l'ordinanza sembra inoltre essere in contraddizione con la lettera del precedente direttore, che affermava che il chiosco fosse acquisito a demanio marittimo.Anche in questa sede, nessuno sembra riconoscere quel documento. Una situazione che lascia le associazioni sgomente e preoccupate: si chiede chiarezza, producendo un accesso agli atti.

L'annullamento del bando

Dopo giorni di silenzio, Libera e Uisp, sfinite, decidono di lasciare la spiaggia e abbandonare il progetto, dicharando la nullità della convenzione-contratto ex art. 1418 e ss codice civile per violazione di norme imperative, tra cui artt. 35 e 46 D.P.R. n. 380/2001.  Si dichiara quindi la nullità di quel bando e quella convenzione, convinti che sia tutto da rifare alla luce degli elementi emersi fino a quel momento. Il municipio riprenderà espressamente e consapevolmente possesso dei luoghi a seguito di un sopralluogo con il dott. Vulpiani, il Commissario Prefettizio che governa il municipio durante lo scioglimento, dopo aver constatato di fatto e di diritto lo stato dei luoghi. E' il 26 Aprile 2016. Proprio il giorno seguente la nostra dichiarazione di voler lasciare la spiaggia arriverà il primo documento di Anac sulla vicenda che affermerà le lacune di quel bando di gara. Dagli esposti nascerà nel frattempo un'inchiesta, che congiuntamente al lavoro di Anac porterà il Municipio, proprio durante il periodo di commissariamento per mafia, a procedere all'annullamento del bando del 2014.I presupposti del bando stesso sono infatti illegittimi. I chioschi, in aggiunta, donate dalle associazioni dei balneari al comune per essere utilizzati sulle spiagge libere, non avrebbero alcun titolo edilizio, essendo stati autorizzati  solo come strutture rimovibili alla fine di ogni stagione. Il municipio, nel bando 2014, in sostanza chiedeva ai gestori di ripristinare uno stato dei luoghi che era in realtà abusivo a monte. Un pastrocchio.

Un quadro che racconta di quindici anni di gestione del demanio marittimo basata su presupposti illegittimi. Una cornice di illegalità quindi, all'interno della quale sono state possibili le ulteriori storture che la vicenda della Spiaggia Libera SPQR dimostra e racconta. Piena di ostacoli, opacità, sotterfugi, che hanno trovato interpreti perfino nelle stanze del municipio, vissute sulla pelle di chi ha lavorato a questo progetto, di chi ha ricevuto pressioni e attacchi, e che hanno reso impossibile la continuazione di un'esperienza nuova per il territorio di Ostia.