Al via la 15ma edizione di Music For Change
22 mag 2024 - Aperte le iscirizioni fino al 30 giugno 2024
Giorgio non era un grande musicista…e forse neanche medio… Ma era un Musicista, con la M maiuscola, di quelli che alla musica ci crede come fosse una fede. Perché con la musica era capace di commuoversi. Per un uomo del 1930 cantare Malafemmina o Reginella di Totò, era d’obbligo e poi ognuno si commuoveva quanto poteva. Giorgio…molto. Ma il meglio lo dava con “Unforgettable” di Nat King Kole o con “What a wonderful world” di Luis Armstrong. Le canzoni risuonavano in casa Ledi, anche dopo che Giorgio e Giovanna avevano dato alla luce Giulia e Michela, nella città di Milano. Poi, come fu e come non fu, Giorgio smise. Chitarre in giro non se ne vedevano più. E non se ne videro più per molto tempo.I papà per mestiere sono un po’ brontoloni (almeno quelli di una volta) e poi, si sa, più vanno avanti con l’età e più si specializzano. E forse questo fu un motivo a proprio beneficio che convinse la moglie Giovanna, e le figlie Giulia e Michela a comprare una bella chitarra e a fare felice il Natale dell’ottantenne Giorgio.
E così Giorgio riprese a cantare sempre di più e a brontolare sempre di meno.
Negli anni successivi Giorgio sembrava voler recuperare gli anni persi e ci dava dentro molte ore al giorno, sino a quando non scoprì quel cantante dal nome impronunciabile (Israel IZ Kamakawiwo’ole) e si lasciava cullare dalla melodia di “Somewhere over the rainbow”. Il mastodontico cantante hawaiano suonava una chitarrina a quattro corde che Giorgio poi seppe chiamarsi ukulele. Giorgio cominciò ad incuriosirsi e poi a brontolare di nuovo con la scusa che a 85 anni la chitarra era diventata pesante e che forse gli serviva uno strumento più piccolo… Insomma per Giovanna, Giulia e Michela era meglio correre ai ripari e così un giorno si presentarono con un bel pacchetto sorpresa con dentro un bellissimo ukulele. Giorgio poteva alternare i due strumenti e finalmente smise di brontolare. I successivi cinque anni furono anni felici. Giorgio cantava e suonava e non si sentivano più le sue lamentazioni.
Ma come spesso accade ad un certo punto si spengono le luci di questo palco che è la vita terrena e, a 90 anni, in questo strano ed indimenticabile 2020, nel mese di Aprile, che certamente ricorderemo come “ai tempi del Covid”, Giorgio smise di suonare per sempre. In casa Ledi non riecheggiano più né suoni, né canti e né brontolii.
Però chitarra ed ukulele stanno lì, inerti, e a guardarli impietosiscono con il loro silenzio e la loro sopraggiunta inutilità.
Ma tutto l’amore di Giovanna, Giulia e Michela per Giorgio e l’amore di Giorgio per la musica ed i suoi strumenti può disperdersi così? L’amore è dono, è movimento, è passaggio ed allora Michela ha una idea: far sì che gli strumenti tornassero a suonare e dopo averne parlato con Giovanna e Giulia, tutto quell’amore si fa dono e quegli strumenti arrivano tra le mani dei componenti della Libera Orchestra Popolare di Marsala. Quella squinternata banda di rifugiati politici e africani senza fissa dimora, ex tossicodipendenti ed ex detenuti, giovani sottoposti a procedimenti penali e disabili psichici e fisici, cristiani, musulmani, atei, buddisti, protestanti, maschi e femmine. Insomma una orchestra di “diversi” in un quartiere periferico della città, che cerca di portare note e colore tra chi sta cercando di fare della propria fragilità un elemento di forza e di solidarietà.
Sentiremo così Giorgio che continuerà ad essere con tutti noi grazie al suo amore che ha trasfuso nei suoi cari che a loro volta ne hanno fatto generoso dono a chi ne aveva bisogno.
Grazie Michela, Giulia, Giovanna.
Grazie Giorgio.
Salvatore Inguì, assistente sociale e referente Libera Trapani