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Presentata a Bologna l'indagine sulle strategie di posizionamento dei prodotti di Libera Terra

Oltre un quarto degli intervistati conosce i prodotti Libera Terra e li sceglie sia perché coltivati sui terreni confiscati alle mafie sia perché biologici di grande qualità.

Presentata a Bologna l'indagine sulle strategie di posizionamento dei prodotti di Libera Terra

Vive nel Nord Italia, ha più di 45 anni, con titolo di studio elevato, frequenta maggiormente piccoli negozi specializzati e supermercati, dove si reca più volte a settimana. E' l'identikit del consumatore dei prodotti di Libera Terra. Oltre un quarto degli intervistati conosce i prodotti Libera Terra e li sceglie sia perché coltivati sui terreni confiscati alle mafie sia perché biologici di grande qualità. E' stato presentato da Bologna durante l'assemblea soci di Cooperare con Libera Terra, che ha visto come ospiti Don Luigi Ciotti e Romano Prodi, un'indagine sulle strategie di posizionamento dei prodotti di Libera Terra a cura di Nomisma.

Il 26% degli intervistatati (quasi 3.000 equamente dislocati tra nord, centro e sud Italia) conosce i prodotti Libera Terra (un risultato estremamente positivo se si considera il fatturato aggregato di circa 7 milioni di euro, ben lontano da quelle delle grandi marche), il 50% li associa ai terreni confiscati alle mafie, mentre il 23% a prodotti biologici e un altro importante aggregato a indicatori di qualità.

Il 44% degli intervistati è venuto a conoscenza di Libera Terra vedendo i prodotti esposti sugli scaffali, mentre il 31% da articoli su riviste o da conoscenti. Il 46% acquista prevalentemente la pasta mentre il 39% legumi e cerali seguiti da miele e marmellate. Il 43% acquista i prodotti alimentari Libera Terra perché ne condivide le finalità e gli impegni, il 51% perché sono prodotti buoni, perché la loro qualità è migliore rispetto a marchi simili e perché ha fiducia negli elevati controlli su qualità e salubrità. Chi non compra i prodotti Libera Terra lo fa principalmente perché ha difficoltà nel reperire i prodotti nei luoghi abituali di acquisto (il 57% degli intervistati) mentre solo il 2% non acquista i prodotti perché ritiene che abbiano un basso rapporto qualità/prezzo. Dall'indagine, inoltre, si evidenzia che l’81% di chi ha comprato prodotti Libera Terra li raccomanderebbe ad amici /conoscenti in quanto sono molto o estremamente soddisfatti del prodotto.

«Gli sforzi fatti in questi anni dai protagonisti del progetto Libera Terra, cooperative e consorzio, e, contestualmente, dai soci dell’agenzia nel supportare il progetto Libera Terra hanno dato buoni frutti - commenta Rita Ghedini, presidente di Cooperare con Libera Terra -. Essere riconosciuti dai consumatori per un alto livello qualitativo, partendo dalla distintività sociale propria di questo progetto voluto da Libera è quello che, col supporto dell’Agenzia, si proponeva nel medio-lungo periodo il sistema Libera Terra col piano strategico elaborato nel 2011. Il percorso intrapreso è quello giusto, ma ora dobbiamo lavorare, anche col supporto dell’Agenzia per rafforzare la conoscenza dei prodotti, come strumento concreto per la condivisione della lotta contro le mafie, la capacità e la struttura distributiva. Abbiamo di fronte un orizzonte straordinario di cambiamento dovuto alla crisi economica in corso: abbiamo la necessità di essere promotori, seppure nel piccolo, di modi diversi di produrre e percorsi che aiutino ad avere consumatori più consapevoli, attenti alla sostenibilità economica, sociale e ambientale».