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Usura, il BOT delle mafie

Fotografia di un paese strozzato

Usura, il BOT delle mafie

In tempi di crisi, c’è chi la crisi la combatte e c’è, invece, chi la cavalca facendo affari, investendo, controllando il territorio, assumendo personale. E prestando soldi. Fiumi di soldi. Liquidità in gran quantità. Tutto e subito. E con gli interessi. Tutto fuori mercato,  of course.
E’ usura di mafia; quella gestita dalla criminalità organizzata. Clan che da un bel pezzo ormai, hanno capito, come fare tanti soldi con i soldi. Sono ben 54 i clan mafiosi che  compaiono nelle Relazioni Antimafia, nell'inchieste e nelle cronache giudiziarie che riguardano i reati associativi con metodo mafioso finalizzati all’usura. Sono presenti i “soliti noti”, il “gotha” delle mafie: dai Casalesi al clan D'Alessandro, dai Cordì ai Casamonica, dai Cosco alla 'ndrina dei De Stefano, dal clan Terracciano ai Fasciani, dai Mancuso ai Parisi, dai Mangialupi al clan della Stidda. E con tassi usurai che cambiano di regione in regione. In Puglia, per esempio, i clan hanno raggiunto i 240% di tassi annui; in Calabria, nel vibonese, i clan hanno un tariffario pari al 257% annuo, nel cosentino e nella locride si scende a 200%.
Nelle metropoli si registra il record a Roma con tassi anche vicino al1500% annui, che scendono però a 400% a Firenze, e a 150% a Milano. Cifre che ci parlano di soldi, tantissimi soldi e di un giro di affari talmente enorme che quantificarlo con esattezza è impresa pressoché impossibile, anche perché ciò di cui si parla è solo la punta di un’iceberg; è  solo quello che si riesce ad intravedere attraverso le denunce e le successive inchieste giudiziarie: rispetto all’enorme portata di questo affare è cronicamente scarso il dato delle denunce, per tanti motivi, figuriamoci ora in tempo di crisi, figuriamoci con l’attuale fame di denaro.