Università e ricerca

"Esame da superare: trasparenza !" A che punto siamo?

Al via la seconda fase della campagna nazionale di monitoraggio delle università italiane

"Esame da superare: trasparenza !" A che punto siamo?

Nel mese di giugno abbiamo promosso “Esame da superare: la trasparenza”, la campagna nazionale di monitoraggio delle università italiane, coinvolgendo gli studenti in un'azione di monitoraggio civico per chiedere quanto alcuni strumenti utili a superare l' "esame trasparenza" siano applicati, diffusi e conosciuti all'interno degli atenei. Le domande hanno riguardato tre ambiti selezionati (piano anticorruzione, codice etico, Whistleblowing), permettendo così di scattare una fotografia del “lato oscuro” degli atenei italiani. Dall'analisi dei dati a cui hanno partecipato centinaia di studenti provenienti da 60 università italiane, che rappresentano circa il 65% del totale,è uscito un quadro con poche luci e molte ombre, dove tuttavia una conoscenza ancora frammentaria e limitata degli strumenti anticorruzione si accompagna a una forte volontà a sostenere gli Atenei per migliorare la qualità della trasparenza.

Partendo dai risultati Libera promuove la seconda tappa della campagna “A che punto siamo” con l’obiettivo di porre in modo ancor più forte al centro del dibattito universitario il tema della trasparenza. Un' altra tappa necessaria per ampliare la conoscenza e la formazione a riguardo, così da attivare percorsi di impegno in grado di coinvolgere l’intera comunità accademica: le rappresentanze, il corpo docenti, la componente amministrativa, chi si occupa della ricerca, gli studenti e le studentesse. Abbiamo raccolto le proposte e gli impegni di studenti e studentesse, presidi universitari e reti di associazioni studentesche con l' obiettivo di porre al centro del dibattito universitario il tema della trasparenza.

Libera chiede alle università italiane di impegnarsi su tre fronti:

Formazione:

Prevedere degli specifici momenti di formazione (più o meno strutturati) sulla trasparenza e l’anticorruzione per tutta la comunità accademica e in particolare per la componente studentesca nella fase di immatricolazione;

Promuovere maggiormente sui propri canali social iniziative di sensibilizzazione sul tema, sia quelle organizzate direttamente dagli Atenei e dai Dipartimenti, sia quelle promosse da altri soggetti;

Promuovere ulteriori borse studio per premiare tesi sui temi della criminalità organizzata e della corruzione;

In tutti i corsi di laurea vengano organizzati seminari sul tema (anche con l’eventuale rilascio di CFU) per affrontare i rischi di corruzione nel proprio settore professionale, con la collaborazione del corpo docente;

Accesso gli strumenti di trasparenza:

Il sito web delle singole università sia effettivamente aggiornato e che, nel rispetto della normativa vigente, la sezione “Amministrazione trasparente” sia messa il più possibile in evidenza;

Creare dei canali facilmente accessibili per la segnalazione di irregolarità o illeciti anche per soggetti non direttamente indicati dalla normativa (ad esempio per dottorandi e dottorande, per studenti e studentesse);

Coinvolgimento

Utilizzo delle mail istituzionali della comunità accademica per segnalare la discussione e/o approvazione dei documenti inerenti al tema (PTPCT, codice etico, ecc);

Maggiore coinvolgimento della componente studentesca nella fase di scrittura e approvazione di questi documenti anche con piattaforme digitali;

Pubblicazione da parte della Commissione etica dell’Università di un report delle attività, anche al fine di ridare fiducia alla componente studentesca e a tutti i lavoratori e le lavoratrici del mondo accademico sul funzionamento e sull'impatto positivo di questi strumenti;

Come Libera ci impegneremo :