Verso ControEcomafie
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“I contenuti delle bozze del decreto semplificazioni sul codice degli appalti suscitano grande preoccupazione. Nel provvedimento atteso in Consiglio dei ministri la prossima settimana si prevede una proroga fino al 2026 delle deroghe al Codice degli appalti, con un ulteriore innalzamento delle soglie per affidamenti diretti senza gara. La pericolosa logica emergenziale della “fuga dalle regole” allarga così il suo raggio di applicazione e si estende all’intero arco temporale di gestione dei fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Torna nella bozza il cosiddetto 'appalto integrato', in cui progettazione ed esecuzione dei lavori sono oggetto della stessa gara e quindi affidati allo stesso aggiudicatario, con una pericolosa commistione di ruoli che depotenzia la funzione pubblica di programmazione e controllo. Per le opere del Recovery viene infatti abrogato il divieto di affidamento congiunto previsto dal Codice degli appalti e l'aggiudicazione può avvenire sulla base del criterio del prezzo più basso. Un meccanismo dagli effetti negativi ben noti: deresponsabilizzazione delle stazioni appaltanti da un lato, dall’altro gli incentivi per le imprese a recuperare sui costi con accordi collusivi, perizie suppletive e varianti d’opera, oppure allentando le tutele alla sicurezza dei lavoratori. Illudersi di velocizzare le procedure per questa via è una strategia miope e rischiosa, che apre la strada ad una liberalizzazione di fatto potenzialmente criminogena delle gare d’appalto, un vero e proprio “liberi tutti” per mafie e corruzione. In Italia da sempre le infiltrazioni di consorterie mafiose e corruttive hanno trovato terreno fertile nella gestione emergenziale degli appalti. Proprio in questa fase cruciale di rilancio degli investimenti pubblici, con l’attuazione dei progetti inseriti nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, gli strumenti di contrasto e prevenzione di mafie e corruzione vanno rafforzati e resi più efficienti, non aggirati e indeboliti. Riteniamo che il generico richiamo all’applicazione di presunti - e condivisibili - principi di semplificazione e velocizzazione nasconda in realtà la sostanziale e pericolosa deregolazione e liberalizzazione del sistema- appalti. In una nota Libera esprime preoccupazione dalla lettura delle bozze del decreto semplificazioni sul codice degli appalti, provvedimento atteso in Consiglio dei ministri la prossima settimana.
“Siamo davanti ad un’involuzione normativa- prosegue Libera nella nota- che sottoporrà a un vero e proprio stress-test un’amministrazione pubblica chiamata a sostenere l’impatto della gestione straordinaria dell’ingente ammontare di risorse del Recovery fund spogliata di cruciali presidi di legalità. E’ un segnale sbagliato, perché un’applicazione mirata delle complesse disposizioni del codice degli appalti potrebbe rappresentare una salvaguardia di fondamentali principi di correttezza, concorrenza ed efficienza nella gestione delle risorse e per una buona realizzazione delle opere pubbliche. Più che prorogare deroghe all’insegna di un’emergenza permanente, proiettata già almeno fino al 2026, occorre intervenire per rafforzare i controlli preventivi, applicare norme già esistenti che permettono uno snellimento mirato delle procedure, rafforzare i sistemi di prevenzione e di controllo della qualità delle opere, realizzare un sistema di trasparenza integrale e di indicatori di rischio, valorizzando il ruolo dell’Anac e la messa in rete delle banche dati esistenti. Occorre- conclude Libera- altresì, investire in trasparenza delle informazioni, partecipazione dei cittadini ai processi decisionali, consultazione e dibattito pubblico adeguato, monitoraggio civico, formazione e qualificazione delle competenze dei funzionari, qualità dei progetti, tutela e sicurezza dei lavoratori, insieme al potenziamento degli strumenti di prevenzione della corruzione.”