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Dossier: Corruzione sistematica e organizzata

Dossier: Corruzione sistematica e organizzata

Una corruzione “solidamente” regolata, una corruzione sistematica e organizzata dove però a seconda dei contesti il ruolo di garante del rispetto delle “regole del gioco” è ricoperto da attori diversi: l’alto dirigente oppure il faccendiere ben introdotto, il “boss dell’ente pubblico” o l’imprenditore dai contatti trasversali, il boss mafioso o il politico a capo di costose macchine clientelari. Una corruzione che si trasforma incorruzione federale : si ruba nella periferia del potere, dove è più facile siglare accordi sottobanco e dove sono concentrate le risorse e i centri di spesa. Libera e Gruppo Abele nel dossier fotografano la corruzione elaborando dati, statistiche, casistiche del sistema corruttivo e collusivo nel nostro paese.

Quantificare il costo della corruzione è molto difficile e complicato, visto che l'entità del fenomeno e il suo costo non sono la stessa cosa, una stima viene azzardata dal Professore Lucio Picci,professore di economia all’Università di Bologna e uno dei maggiori studiosi della Corruzione, se in Italia ci fosse la stessa corruzione che c'è in Germania,paese dove c'è meno corruzione che da noi, il reddito annuale degli italiani sarebbe più alto di quasi 10 mila Euro: nel dettaglio il reddito pro capite italiano passerebbe (dati 2014) da 26.600 Euro a 36.300 circa.

La corruzione nel nostro Paese è un cancro le cui metastasi si sono allargate in modo generalizzato. Invasivo. Silenzioso. Difficile da debellare. Che uccide moralmente e fisicamente. Una Tangentopoli infinita, che cambia aspetto e si rigenera anno dopo anno. Che non scava soltanto voragini nei bilanci pubblici ma genera un pericoloso deficit di democrazia e devasta l’ambiente in cui viviamo.  A chi corrompe, cioè “rompe” il Paese, vogliamo allora opporre l’Italia di chi costruisce, di chi salda le parole ai fatti, la speranza all’impegno, la conoscenza alla responsabilità. Sapendo che riparare gli strappi frutto dell’illegalità significa prima di tutto essere uniti noi, costruire il “noi” della corresponsabilità e della giustizia sociale.