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Un Vasco Rossi inedito si racconta a #Bellefacce

" E' il viaggio così come il desiderio, che accende tutto."

Un Vasco Rossi inedito si racconta a #Bellefacce

Le sensazioni provate durante il lockdown, il rapporto con la natura, il suo senso di libertà,le emozioni e il ricordo di Modena Park. Un Vasco Rossi inedito si racconta durante l'appuntamento di #BelleFacce, il format di Libera su Instagram condotto da Lucilla Andreucci. E il Comandante dà appuntamento ai suoi fans al 2021 con #vivisanielucidi.

Benvenuto tra noi, Vasco!

Grazie, carissima Lucilla! Sono contento di vederti e di essere qua in diretta. Hai detto delle cose fantastiche … io sono ancora qui in volo.

Ho detto la verità. La verità su quarant’anni di canzoni, di poesia e credo veramente che sia la tua forza. Non so se tu ti sei mai chiesto qual è il segreto, la magia per riuscire a mettere insieme generazioni diverse che ballano e si ritrovano in quel momento, all’unisono. Qual è la forza... qual è il segreto?

Ah, il segreto! Non te lo posso dire altrimenti.. sai, lo copierebbero ! Penso che siano le canzoni che sono un modo straordinario per me, per comunicare, coinvolgere, emozionare, commuovere, e quindi provocare. Anch’io le uso proprio per provocare e scrivere, sempre in modo onesto e sincero, nel senso che non scrivo una canzone pensando prima a cosa racconterò… no, non parto con un tema, un titolo prima, ma parto con l’emozione che mi arriva... un ricordo che ho e che, a quel punto, cerco di descrivere con meno parole possibili.

Tu hai scritto per noi donne degli inni. Hai accarezzato le nostre malinconie, le nostre fragilità, i nostri desideri, i nostri sogni. Si è parlato di Silvia in questi giorni, di Genny, Toffee, Albachiara... Sono state di grande ispirazione per te, le donne.

Sì, sono state di grande ispirazione. Diciamo degli uomini in generale, ma per me in particolare. Poi, io sono vissuto in mezzo alle donne; sono cresciuto con mamma, tata, zia... ho appreso da loro una grande sensibilità. Ho una sensibilità interna che è la mia parte femminile. Io racconto le cose come le sento e alla fine...

E’ il viaggio che conta - lo dico sempre- non è tanto la meta, perché la meta una volta raggiunta subito ne vedi un’altra. E’ il viaggio così come il desiderio, che accende tutto.

Le sentiamo anche noi!

Le sentite anche voi. Il mio segreto è questo: io racconto cose che sono già dentro di voi, e questo perché siamo molto simili. Tutti. In realtà la grande anima umana è una: io racconto le mie debolezze, le mie rabbie, le mie frustrazioni ma anche dei miei sogni, delle mie illusioni infrante spesso, perché poi le illusioni sono anche da infrangere in realtà. Perché si scontrano con la realtà. Però è importante averle perché cosi fai un viaggio ed è il viaggio che conta. E’ il viaggio che conta - lo dico sempre- non è tanto la meta, perché la meta una volta raggiunta subito ne vedi un’altra. E’ il viaggio così come il desiderio, che accende tutto.

È stato un momento durissimo, faticosissimo per il mondo, che ci ha fermato. Non so se ci renderà migliori per giocare con le tue parole. Tu hai trovato un senso a tutto questo.

Io, da subito, ho avuto la sensazione che fosse un’apocalisse, di quelle che non mi sarei mai aspettato di assistere. Di quelle cose che vedi nei film di fantascienza. Ecco, sembrava un film di fantascienza che si realizza: il famoso virus letale mondiale. Una situazione così per cui subito ho pensato che fosse una cosa molto grave e che avrebbe colpito duro. Poi le sensazioni che ho provato durante il lock down sono state strane. Mi sentivo come sospeso. Un momento sospeso, come in un limbo... esatto! Per cui all’inizio ho avuto un pò di fastidio, perché il fatto di non poter fare le cose, di non poter uscire, per esempio: chiaramente subito ti viene la necessità e la voglia di uscire. Ma dopo la prima settimana ho cominciato ad apprezzare questo momento di tranquillità in casa; ho avuto anche delle belle sensazioni da questa storia perché ho visto che si può vivere anche stando in casa con i propri affetti, con il mondo più personale, quindi. Alla fine, tutte le cose erano diventate meno importanti. La cosa che contava di più era cercare di cavarsela, in questa strana situazione.

Trovare anche risorse dentro noi stessi: ci siamo attrezzati facendo pulizia di molte cose.

Secondo me questa cosa c’è stata un pò per tutti poi, chiaramente, chi ha vissuto peggio sono stati quelli che hanno avuto problemi in famiglia: vivendo in appartamenti piccoli, è ovvio. Anche le coppie sono state messe secondo me a dura prova così come i single: rimanere da soli in casa a parlare con i muri! Insomma, è stata una cosa molto forte, che lascerà il segno, ma sarà utile come tutte le esperienze per migliorarsi e cambiare. In alcuni posti la cosa è ancora grave ma si comincia a vedere un pò la fine del tunnel, perché un pò siamo più pronti noi, un pò lo sono i medici ad affrontare il problema della malattia. Riescono a prevenirle le cose; sta diminuendo il numero di ricoverati in terapia intensiva quindi probabilmente comincia ad essere messo sotto controllo questo. Certo, è vero che finché non si trova una cura siamo tutti psicologicamente bloccati in questa situazione quindi, si gira con la mascherina. È tutto un mondo strano, diverso...

Dobbiamo parlare con gli occhi.

Esatto!

Forse, allerta alcuni sensi perché devi stare più concentrato non vedendo il labiale; forse, imparare nella vita a vedere le cose come un’occasione per migliorare. C’è stato un momento creativo dopo lo smarrimento iniziale.

Certo! Adesso sono tornato creativo da matti! Sto buttando giù idee, sto facendo un sacco di cose! Sono venuto a Rimini perché dovevo venire a Rimini a fare le prove... poi è saltato tutto. Anche questo fatto che è saltato tutto all’inizio è stata una cosa molto faticosa da accettare perché si sperava sempre che a settembre si potesse riprendere ma ho visto che proprio qui, bisogna aspettare ancora. Bisogna aspettare di poter assembrarsi per fare dei concerti veri.

Ma ai tuoi concerti a noi piace stare assembrati, abbracciati, sudati tutti insieme. È quella poi, la vera magia, no?

Se non ci si può assembrare ad un concerto tanto vale stare a casa a guardare la televisione.

La tua musica trova sempre un suo spazio. Mi ha molto commossa l’immagine dell’infermiere che si vestiva quasi come un astronauta per entrare di notte nell’ospedale e che aveva messo la tua colonna sonora per darsi un po’ di energia.

E stato molto bello quello… mi ha colpito! Anch’io l’ho visto e devo dire che stava molto bene anche la canzone in una situazione “priva di senso in un certo senso”. Certo che anche loro sono stati molto bravi; ci hanno messo tutto l’impegno. Anche vestirsi in quel modo e lavorare più di otto ore al giorno: sono stati messi a dura prova!

E’ stata una lunga e brutta notte per il nostro Paese e per il mondo.

Esatto!

Quando ho incontrato Luigi è stato come incontrare un fratello, una persona che ti mette immediatamente a tuo agio, che non ha sovrastrutture. Una persona onesta e sincera che fa le cose con passione, con tanta passione!

Quando si pensa a te si possono pensare a tanti aggettivi: è ovvio che spericolato è uno immediato. Poi, spericolato può voler dire tante cose come buttare il cuore oltre l’ostacolo, andare oltre gli incidenti della vita, rompere le regole. Questo spericolato ha interessato anche la storia della vita di Luigi Ciotti e il vostro incontro. Perché Luigi è stato un pò spericolato nel suo occuparsi sempre dei più fragili, delle persone che avevano dipendenze dalla droga, delle donne vittime della tratta…. ma questo già cinquant’anni fa, nella sua rivoluzione delle comunità aperte. Si può essere spericolati in tanti modi. Secondo te, spericolati si nasce o si diventa?

Si nasce. Secondo me è proprio un’indole non fermarsi al limite delle cose, alla superficie, per cercare di andare più a fondo e rischiare sempre anche un pò. Ma rischiare sempre per un buon motivo, consapevolmente, sapendo quello che fai e preparandoti anche prima. Non è che ci si butta e basta, ma si fanno le cose con una certa coscienza. Quando ho conosciuto Luigi, io avevo già una bella immagine di lui perché mi piaceva proprio il suo approccio nei confronti dei tossicodipendenti. Le comunità chiuse, quelle che chiudono la gente dentro, mi hanno sempre dato l’idea di un modo di approcciarsi non proprio giusto. Poi, capisco che possono essere anche utili mentre lui con le sue comunità aperte dava la possibilità a uno di entrare se ne aveva bisogno ma se poi uno voleva uscire, si assumeva la propria responsabilità e usciva. Anche perché, secondo me, per uscire dalla droga bisogna toccare proprio il fondo e alla fine, devi voler venir fuori tu. Non è che c’è qualcuno che ti può obbligare a farlo. Quindi, era un modo molto più maturo di affrontare i problemi. Per questo l’ho voluto conoscere e ho voluto presentare anche un disco lì, nella comunità di Torino e lì ci siamo conosciuti anche fisicamente. Quando ho incontrato Luigi è stato come incontrare un fratello, una persona che ti mette immediatamente a tuo agio, che non ha sovrastrutture. Una persona onesta e sincera che fa le cose con passione, con tanta passione!

E ci spende la vita ! Lui vive così. Adesso è in giro. Sapeva di questa nostra chiacchierata oggi.(...) Noi stiamo impegnandoci per quest’estate: sai che ogni estate partono più di 3000 ragazzi a lavorare nei beni confiscati alla mafie? Terreni che sono riutilizzati socialmente da associazioni del terzo settore. Sai che c’è tutta un’estate educativa; che si va a lavorare, a sistemare la terra per fare qualcosa di concreto. Ovviamente con l’emergenza sanitaria, abbiamo dovuto rivedere il nostro impegno. Ciononostante, diventa importante esserci. E’ questo il pensiero di Libera: svegliare le coscienze e dire che le cose si possono fare. Ognuno può fare qualcosa non solo per se stesso ma anche per gli altri. È questo il valore, no?

Infatti svegliare le coscienze è quello che cerco di fare anch’io nel mio piccolo. Nel senso che proprio provocare le coscienze, per mantenerle sveglie, è fondamentale. Voi fate un lavoro veramente straordinario. Io vi ammiro, vi stimo, vi voglio bene e sono sempre con voi con il cuore. Avrei bisogno anch’io di venire qualche volta in comunità

Quando sarai libero ti faremo fare un giro! E’ una bella storia del Paese; una storia di coraggio e libertà. Pensa che ci sono tante terre che prima appartenevano ai grandi boss e che ora ci sono ragazzi che lavorano con contratti di lavoro in regola, che vogliono dire - e dare - un messaggio importante. Questo Paese è stato capace di rinascere tante volte ed ha dimostrato che questa strada, la strada della legalità, dell’essere persone oneste e trasparenti, persone che non hanno paura ad affermarlo mettendoci la faccia, è un valore! Noi cerchiamo di educare i giovani a questo.

Direi che è proprio la cosa più bella e importante da fare in questo Paese. Perché in questo Paese c’è una cultura generale di fondo che inneggia alla furbizia e all’illegalità e al non rispettare le regole. Io quando non rispetto una regola so che non rispetto una regola e sono pronto a pagarne le conseguenze. Non sopporto quelli che non rispettano le regole e poi pensano di farla franca o peggio che pensano di essere le vittime. In questo Paese bisogna che nasca la cultura della legalità: le cose vanno fatte secondo le regole e le regole vanno seguite altrimenti non si può convivere.

Anche perché, per pochi furbi, ci vanno poi di mezzo tutti gli altri. Consapevoli però che l’errore è umano. A noi piacciono le imperfezioni, gli errori. Noi lavoriamo tanto con i ragazzi: le regole si rompono ma si dev’essere consapevoli, come dici tu. Lavoriamo tanto con i “minori della giustizia riparativa”: ragazzi giovani che commettono reati. Si può sbagliare ma bisogna capirlo per poter crescere.

Si può sbagliare, certo, basta capirlo e ammetterlo perché a quel punto si può cambiare e migliorare. È chiaro che sbagliare è umano: si impara sbagliando. Io ho imparato dagli errori che ho fatto e chi non impara dagli errori, non cresce mai. Cadere e poi rialzarsi è una cosa fondamentale.

Pensando a Libera come aggettivo, cosa ti fa sentire libero?

Io dentro mi sento sempre libero. Devo avere delle situazioni controllate ma questo è il prezzo che si paga. Il prezzo del successo, dicono. Quindi sono contentissimo di pagarlo, non sto qui a lamentarmi, Però, sai, la libertà è quella del pensiero, di poter volare, di poter sognare…io sono libero di sognare.

I sogni ci tengono vivi?

Una volta pensavo che i sogni fossero una cosa che era meglio non avere ma poi mi sono accorto che è sempre con il sogno che puoi andare avanti mai con la realtà vera. Perché la realtà vera è sempre cruda. I giovani hanno un’energia, una potenza che gli permette davvero di fare quello che vogliono della propria vita. Per questo io dico: ce la farete tutti! Anche se a quell’età ci si fa prendere dalla paura, soprattutto oggi che c’è questo mondo incerto, ognuno troverà sempre la propria strada. Magari pensando di diventare chissà cosa mentre poi si ritroverà negli suoi affetti, nella sua vita quotidiana. nel suo ambiente e alla fine sta bene cosi.

A volte pensiamo di perdere perché abbiamo fallito un obiettivo ma nella vita si può ricominciare tante volte. Tu hai ricominciato tante volte...

Tante volte, si! Non bisogna aver paura di perdere, a volte sono le esperienze più dure che ti fanno crescere: io faccio leva su quelle. Ogni volta che ho una situazione nella quale tocco il fondo, a poco a poco risalgo, perché faccio tesoro di quell’esperienza. Diventa bella tutta la vita anche se prima sembrava brutta. Perché hai provato il peggio! Meglio non provarlo il peggio... ma quando ti capita, sfruttalo! Dalle mie esperienze più tragiche ne sono uscito sempre più forte. Sempre!

Come dici tu”Il freddo quando arriva poi va via …”

…Il tempo di inventarsi un’altra diavoleria.”

Noi siamo gli sconvolti che però quando ci sono da fare le cose serie, le facciamo serie.

Ci vuoi dire qualcosa di questa tempesta perfetta che sta per arrivare?

Dunque, il 1 di luglio su Rai Uno, che è la data del concerto evento al Modena Park.

Con 225.173.000 spettatori: record assoluto. Neanche i Rolling Stones!

È stato straordinario perché si sono comportati tutti perfettamente, con una maturità, una capacità di dimostrarsi persone che vogliono divertirsi senza distruggere niente. Sono orgoglioso del mio pubblico, dato che ci trattano sempre come quelli sconvolti. Noi siamo gli sconvolti che però quando ci sono da fare le cose serie, le facciamo serie.

Vasco, io ho visto le immagini: ci sei tu che stai salendo sul palco e tutte queste persone... Hai un rito, una cosa che porti sempre con te? Cosa pensi in quel momento?

Io respiro. Faccio dei respiri forti. Quel momento è stato uno dei più importanti della mia vita: volevo salire sul palco solo e senza musica davanti a questa folla enorme. In quel momento pensavo solo a godermela perché ero pronto, preparato, contento e felice, senza tensioni.

Aspettando i prossimi concerti, tu hai lanciato un hashtag che mi ha fatto molto sorridere: #vivisanielucidi.

Arrivare vivi sani e lucidi al 2021 credo sia l’obiettivo fondamentale adesso. E ci arriveremo.

Ti stai allenando? Lo sport fa parte della tua vita?

Sì, certo: ogni mattina faccio i miei 7 km a piedi. Non li faccio più di corsa. Ormai è una buona abitudine che tengo sempre anche quando non faccio concerti. Mi sono abituato e lo faccio sempre. Mi piace molto camminare nella natura; appena arrivo dentro un bosco, mi cambia il cervello. Mi sento sereno. Forse perché la natura non ti giudica. Ti senti libero; sei tu con te stesso. Soprattutto non incontro nessuno che mi ricorda chi sono. Anche perché quando ci si incontra partono dei meccanismi umani di un altro tipo... due autocoscienze che si incontrano automaticamente combattono per avere la supremazia sull’altro. Ho appena letto Hegel: mi piace leggere filosofia e psicanalisi. Adesso sto rileggendo la psicanalisi - Lacan- grazie a Massimo Recalcati che è bravissimo a scrivere e quindi sono in ascolto di tante cose. Che faccio fatica a spiegare ma ce l’ho nella testa.

E che sicuramente metterai nelle tue prossime canzoni. Grazie, Vasco. C’è questo modo bellissimo con cui tu chiudi i concerti che dedichiamo a questo Paese e al mondo con tutte le sue fragilità : ce la faremo! Grazie a nome di Libera!

Sono io che ringrazio voi per tutto quello che fate! Ci rivedremo presto.