Luigi Ciotti

#decretosicurezzabis

 Il decreto sicurezza bis è diventato legge. Ecco il commento di Luigi Ciotti.

Oggi il grado di umanità del nostro paese si è corrotto. La politica ha tradito la Costituzione, i sogni e gli ideali di chi l'ha pensata e scritta e delle convenzioni internazionali. Siamo davanti ad una scelta politica indegna per un paese che vuole essere democratico non solo di nome ma di fatto un paese civile. La politica esca dai tatticismi, dai giochi di potere e riduca le distanze sociali e si lasci guidare dai bisogni delle persone.

 

 

 

Il testo appello di Luigi Ciotti, presidente nazionale Libera e Gruppo Abele.

« E' una normativa perfino peggiore della precedente, questo “decreto sicurezza bis” in procinto di passare al vaglio del Senato.

Finalità e scopi restano però gli stessi: restringere sempre più l’area dei diritti e dunque della civiltà. Il metodo è ormai evidente: estendere il già enorme potere del Ministero degli Interni in materia d’immigrazione, estensione che non si può più definire solo interferenza, evidenziandosi ormai come vera e propria invasione di campo, appropriazione indebita di ruoli e competenze altrui. Ennesimo segno di un’ambizione sfrenata e totalitaria, indifferente alla divisione dei poteri su cui si basa una vera democrazia.

Tutto ciò, inoltre, nel più totale disprezzo di trattati internazionali che hanno ratificato per il nostro Paese l’obbligo di prestare soccorso a naufraghi e persone in difficoltà. Figli, quei trattati, di capisaldi della civiltà occidentale, carte che hanno inaugurato la stagione della pace, della democrazia e dei diritti come la Convenzione di Ginevra sui rifugiati e l’articolo 10 della nostra Costituzione sul diritto di asilo da garantire allo straniero.

Carte in cui ho ritrovato l’anima e lo spirito del Vangelo, la sua etica esigente e intransigente: accogliere gli oppressi e i discriminati, denunciare le ingiustizie, costruire una società più umana già a partire da questo mondo.

Nessuno nega la difficoltà e la necessità di governare il fenomeno migratorio in tutti i suoi risvolti e implicazioni, ma il governo deve essere ispirato dall’intelligenza, dalla lungimiranza, dalla conoscenza della Storia e dal rispetto di quei principi che ci rendono degni della qualifica di “esseri umani”.

Ebbene, questo non è governo, è gestione cinica del potere tramite mezzi di cui la storia del ‘900 ci ha fatto conoscere gli esiti tragici: la propaganda ossessiva, la sistematica manipolazione della realtà, la rappresentazione della vittima e del debole come nemico, invasore, capro espiatorio.

Mi auguro che i senatori sentano la responsabilità non solo politica ma anche etica di questo voto.

Bocciare questo decreto significa riaprire nel nostro Paese un varco alla speranza, ricongiungere la nostra Italia alla parte migliore della sua Storia: quella costruita da tante persone oneste, ospitali e solidali, ribelli alle parole e agli atti dei demagoghi e dei prepotenti».