Approfondimenti

Liberi di scegliere va oltre i confini reggini

Di Bella: "La partecipazione del Ministero dell'Interno arricchisce questo strumento".


È stato rinnovato, e soprattutto rinforzato, il protocollo d' intesa finalizzato alla realizzazione del progetto "Liberi di scegliere" e ad assicurare una concreta alternativa di vita ai soggetti minorenni provenienti da famiglie inserite in contesti di criminalità organizzata o vittime della violenza mafiosa e ai familiari che si dissociano dalle logiche criminali. Novità significative, a partire dalla partecipazione del Ministero dell' Interno con le prefetture, il servizio centrale di protezione e gli uffici di Questura, arricchiscono questo strumento di sostegno al mondo della giustizia minorile che il presidente del Tribunale per i Minorenni reggino, Roberto di Bella, ha saputo rivoluzionare con fermezza, ma anche con tanta sensibilità.

Sfida socio-culturale

Dunque, non solo una conferma importante, ma anche una riproposizione su livelli più alti di una sfida socio-culturale che ormai appartiene alla comunità nazionale. Il protocollo - che, dopo la scissione del Ministero dell' Università da quello dell' Istruzione, porta la firma dei ministri dei due Ministeri -, assurge sempre più a documento unico nel panorama nazionale e forse internazionale. Inoltre, novità importante è rappresentata dal fatto che il tavolo tecnico di coordinamento e monitoraggio sarà istituto presso il Ministero dell' Istruzione e ciò a riprova dell' importanza che tutti i sottoscrittori danno anche all' aspetto culturale e formativo degli studenti e dei docenti.

Tra i banchi

Ancora, i Ministeri dell' Istruzione e dell' Università dirameranno circolari a tutti i dirigenti scolastici regionali d' Italia, con l' obiettivo di sensibilizzare sulla tematica e sulle opportunità previste dal progetto Liberi di scegliere. «Siamo molto contenti - ammette il giudice Di Bella -. L' argomento criminalità organizzata non sarà più un tabù nelle scuole e nelle Università. Saranno previsti incontri tematici e momenti di formazione anche per i docenti. Proprio quello che abbiamo in parte anticipato con la "Biesse" e con la sua presidente Bruna Siviglia che ha colto l' importanza di entrare tra i banchi di scuola e scuotere tante coscienze giovanili. Inoltre, è stata prevista una clausola che consentirà a tutti i Tribunali per i Minorenni d' Italia e alle Direzioni Distrettuali antimafia (Procure della Repubblica) d' Italia di potere accedere alla rete di protezione sociale prevista dal protocollo. In sostanza, il progetto - che si avvale anche del cofinanziamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri-Dipartimento Pari Opportunità -, avrà una valenza operativa nazionale e non più limitata a Reggio Calabria».

Arriva Libera

Aggiunge Di Bella: «Ancora, il protocollo prevede che l' associazione Libera potrà dare una mano anche alle famiglie dei collaboratori/ testimoni di giustizia, sia che restino in Calabria sia che vadano altrove in località protetta. La stessa rete di protezione sociale ed economica è prevista per le donne e i minori che vogliono emanciparsi dal contesto mafioso, quando non ricorrano i presupposti per accedere allo speciale programma di protezione. La rete di protezione sociale e di supporto economico si attiva anche per le vittime della violenza mafiosa in mancanza dei presupposti per beneficiare del programma di protezione, così come è avvenuto ad esempio per la ragazza vittima della violenza sessuale di gruppo di Melito Porto Salvo». Rilancia il presidente: «Il protocollo è, nell' assenza di una legge nazionale, un tassello fondamentale per garantire tutele ai minori e alle donne che vogliono affrancarsi dalla piovra 'ndranghetistica e mafiosa oltre che per dare continuità sociale, culturale, economica e giuridica al progetto "Liberi di scegliere". Inoltre, è molto importante la presenza della CEI che, oltre a finanziare il progetto con i fondi dell' 8x1000 netterà a disposizione le Caritas e le strutture ecclesiastiche dando anche indicazioni pastorali e dottrinali precise alle diocesi dei territori a rischio. Altri fondi arriveranno con il Pon legalità».

Un passo avanti

Con audacia e coraggio, Roberto Di Bella ha costruito un pezzo di storia e di emozioni in riva allo Stretto accanto a tanti ragazzi in difficoltà, molti dei quali lo vedono come "un padre". Ma adesso vive gli ultimi giorni di permanenza reggina prima di trasferirsi a Catania, dopo avere salutato, ai primi di settembre, la città. «Sono momenti ricchi di grandi ricordi e di sensazioni uniche - confessa -. Il documento è stato registrato proprio negli ultimi giorni della mia presenza reggina e rappresenta veramente il momento del suggello. Un risultato fantascientifico rispetto agli inizi del 2012, quando diffidenze e critiche (per non dire altro) mi hanno sommerso e hanno sommerso il Tribunale per i Minorenni reggino. Ma questa versione ancora più incisiva, con la partecipazione del Ministero dell' Interno, è l' ulteriore conferma che la strada intrapresa era quella giusta e che vale sempre, nella vita, gettare il cuore oltre l' ostacolo».

Cristina Cortese I 24 agosto 2020 I Gazzetta del Sud
 

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