Campo per gruppi a San Sebastiano da Po
- Luogo: San Sebastiano da Po (TO) - Piemonte
- A chi è rivolto: dai 14 ai 17 anni
- Quota di partecipazione: 200,00 euro/persona
- Posti disponibili: 30
- Tipologia alloggio: Posto letto
- Tipologia campo: Residenziale
- Periodo: dal 5 agosto 2024 al 11 agosto 2024
Cascina Caccia
Cascina Bruno e Carla Caccia è un bene confiscato alle mafie, sulla panoramica sommità di una collina a San Sebastiano da Po. Il bene apparteneva alla famiglia 'ndranghetista dei Belfiore: operante nel traffico di stupefacenti, usura, sequestri di persona, gioco d’azzardo e scommesse.
I partecipanti vivranno per una settimana in compagnia degli animatori e volontari di Acmos e della rete di Libera, per fare un'esperienza di condivisione e impegno, chiedendosi assieme cosa significa animare una delle prime e principali esperienze di riutilizzo sociale di bene confiscato nel Nord Italia.
Si utilizzerà come modello l'esperienza e gli stimoli della Cascina che passano attraverso molteplici forme, innanzitutto quello della vita: il bene è abitato tutto l'anno con l'obiettivo di occupare lo spazio liberato dalle mafie. Da questa scelta sono nati ulteriori progetti educativi, produttivi, culturali e di accoglienza.
L'attività educativa incontra ogni anno migliaia di giovani che si formano e preparano sul tema del contrasto alle mafie. L'attività produttiva si sviluppa a partire da alcuni elementi: le nocciole, lo zafferano e il miele, quest'ultimo si fregia del titolo di primo prodotto a marchio Libera Terra del Nord Italia. La nascita della cooperativa Nanà, aiuta la Cascina ad operare nella generazione di eventi culturali pubblici e celebrazioni private, oltre che gestire un progetto di accoglienza migranti presso la struttura.
L'obiettivo è quello di stimolare le proprie coscienze di giovani attivi.
Attività formativa prevista
Durante la settimana i ragazzi e le ragazze avranno la possibilità di formarsi sui temi della legalità, della cittadinanza e della mafia tramite attività organizzate e gestite dagli animatori, con la collaborazione esterna di esperti e familiari di vittime di mafia.
Particolare attenzione verrà rivolta al tema del radicamento mafioso al nord Italia e alle forme e agli esempi di ribellione e resistenza alla mafia e all’omertà, alla sostenibilità ambientale e alle tematiche migratorie e di accoglienza.
La prima settimana sarà particolarmente dedicata ad un focus sul tema dell'emigrazione e del sistema di accoglienza. Verrà realizzata in collaborazione con la Cooperativa Nanà, che contribuirà con ospiti e realtà della propria rete inerenti il tema.
Attività manuali previste
Manutenzione ordinaria della cascina (dipingere muri, dare impregnante agli infissi,...);
Cura e manutenzione delle aree esterne (estirpare rovi dalle rive, fare fascine di legna da ardere, estirpare erbacce dal noccioleto);
Raccolta frutta e prodotti dell'orto.
Informazioni utili
Come arrivare:
In treno: Stazione di Chivasso, in cui incontreranno il referente campo previa comunicazione orario di arrivo.
In autobus: 3107 Feriale Torino-Piovà Massaia
In auto: autostrada TORINO-MILANO: uscita CHIVASSO EST. Superare tre rotonde, seguendo l'indicazione per Asti. Dopo l'ultima rotonda, al semaforo, svoltare a destra per Casalborgone sulla SS458 (cartello marrone “Cascina Caccia”). Poco prima del cimitero di San Sebastiano girare a destra in direzione Frazione Villa (cartello marrone “Cascina Caccia”). Salire per 500m e svoltare a destra in Via Serra Alta (cartello in legno “Cascina Carla e Bruno Caccia”).
Ospitalità: l'ospitalità è prevista. Il campo può ospitare persone con handicap, ma il luogo presenta molte barriere architettoniche: gradini, dislivelli, cortile non perfettamente in piano. La disponibilità è per coloro che non hanno forti disabilità fisiche ed è dunque opportuno valutare caso per caso.
Alimentazione: Previa comunicazione durante l'iscrizione, il menù terrà conto di allergie alimentari, intolleranze, celiachia ed eventuali richieste vegane/vegetariane. La preparazione dei pasti è gestita dai volontari dell’associazione. I partecipanti saranno coinvolti nell’attività di riordino e pulizia spazi.
Materiali obbligatori da portare: Abiti da lavoro robusti, scarponcini per lavorare, guanti da lavoro, borraccia, cappellino/bandana per il sole, crema solare, prodotti anti-zanzare, sacco a pelo o lenzuola, federa per il cuscino, asciugamani, prodotti per l'igiene personale.
Materiali consigliati: dotare i minori di farmaci generici poiché gli animatori non possono fornirli.
Storia del bene confiscato
Cascina Bruno e Carla Caccia è un bene confiscato alle mafie a San Sebastiano da Po. Il bene apparteneva alla famiglia 'ndranghetista dei Belfiore: Domenico Belfiore venne indicato da diversi collaboratori di giustizia – ritenuti attendibili dal Tribunale di Torino – come reggente di una vera e propria associazione di stampo mafioso con il controllo in tutta l’area metropolitana del traffico di stupefacenti, usura, sequestri di persona, gioco d’azzardo e scommesse.
Domenico venne condannato all'ergastolo nel 1992 come il mandante dell'omicidio del Procuratore Capo di Torino Bruno Caccia, ucciso il 26 giugno 1983 a Torino.
In seguito all'arresto di Salvatore, fratello di Domenico, in seno all'operazione Cartagine, le indagini patrimoniali portarono alla confisca dei beni di Belfiore; la confisca definitiva arrivò nel 1998, ma solo nel 2007 la famiglia Belfiore lascia la casa permettendone il riutilizzo sociale previsto dalla legge 109/96.
In questo lasso di tempo la famiglia cercò di ostacolare la confisca con una doppia campagna di raccolta firme nel paese. L'Amministrazione Comunale coraggiosa di San Sebastiano da Po riuscì quindi ad assegnare il bene all' associazione Gruppo Abele e all'Associazione ACMOS nel 2007.
Per ulteriori informazioni visita il sito e la pagina social della Cascina Caccia: