Una notte di presidio di fronte alla villa di San Giusto Canavese(To), confiscata a uno dei maggiori narcotrafficanti italiani, ma ancora oggi abbandonata, nonostante il tentativo messo in atto da ignoti di farla saltare in aria.
Da sabato 15 alle 18.30 a domenica 16 alle 12.00, i volontari della rete di Libera dormiranno di fronte al bene confiscato a Nicola Assisi, che per anni ha vissuto in questo piccolo centro del canavese, prima di darsi alla latitanza. Un’azione simbolica che ha un duplice obiettivo: incontrare la cittadinanza e sollecitare le Istituzioni preposte a iniziare il percorso per restituire socialmente il bene.
Alle 18.30, è in programma un incontro per parlare della storia di questa villa, del suo futuro, dei passi necessari per riportarla a nuova vita.
A confrontarsi su questi temi saranno:
Gian Carlo Caselli, ex magistrato e presidente Onorario di Libera
Roberto Bellasio, in rappresentanza dell’Agenzia Nazionale per i Beni Confiscati e Sequestrati alle mafie
Francesca Stallone, in rappresentanza della Prefettura di Torino.
Sono stati inoltre invitati Alberto Cirio, presidente della Regione Piemonte e Chiara Appendino, presidente della Città Metropolitana di Torino.
Un momento per incontrare la cittadinanza di San Giusto e spiegarle quali sono le ragioni alla base della situazione che si è venuta a creare. Non dobbiamo infatti dimenticare che questo bene confiscato ha un alto valore simbolico, per una serie di ragioni:
-E’ appartenuto a Nicola Assisi, narcotrafficante di primo piano ancora oggi latitante
-In questa casa sono stati ritrovati milioni di euro, frutto delle attività illecite del proprietario
-Dopo la confisca definitiva, la villa è stata oggetto di un atto gravissimo, unico nel nord Italia: ignoti si sono introdotti nel bene, piazzando due bombole di gas e, fortunatamente, non c’è stata una deflagrazione. Le fiamme hanno danneggiato la struttura, che non è stata ancora bonificata.
Un chiaro atto intimidatorio portato a termine da chi non vuole che la villa ritorni nelle disponibilità della collettività. In questi mesi, convinti dell’importanza del bene e dell’utilità di restituirlo alla collettività, ci siamo messi a servizio continuando a sollecitare l’ANBSC, il comune di San Giusto, la Prefettura di Torino e la Città Metropolitana di Torino.
Oggi, nostro malgrado e nonostante gli sforzi fatti, la situazione non è mutata.
Se non partirà a brevissimo un percorso di riutilizzo, le mafie nella villa che era di Assisi, continueranno a vincere sullo Stato.