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San Giusto Canavese, incendio alla villa confiscata al re del narcotraffico

Sabato 16 giugno assemblea regionale nel cortile della Villa con Ciotti , Caselli e il prefetto Saccone.

Una storia italiana. Di criminalità organizzata arrogante e violenta. E di riscatto, di speranza e di coraggio della libertà. Una villa confiscata al re del narcotraffico italiano, un percorso di restituzione del bene alla collettività, Libera e le istituzioni protagoniste di questo percorso. Un incendio doloso, una chiara intimidazione per provare a frenare questo percorso. E la risposta immediata della rete di Libera. Siamo in Piemonte, a San Giusto Canavese e la villa confiscata apparteneva all’attuale re del narcotraffico italiano: Nicola Assisi, 60 anni, latitante, inseguito da un mandato di cattura europeo. Da alcuni mesi il suo nome è stato inserito tra i ricercati più pericolosi nella black-list stilata dal Ministero degli Interni.

Oggi la sua villa è confiscata in via definitiva e, in attesa di essere assegnata, è in gestione all’Anbsc, Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. Lo scorso 30 aprile Libera Piemonte con il Prefetto di Torino, e rappresentanti delle forze dell'ordine con un passeggiata intorno alla villa confiscata hanno ricordato l'omicidio di Pio La Torre e Rosario Di Salvo. Una passeggiata, una presenza e una testimonianza del percorso di riappropriazione del bene confiscato. Una testimonianza che ha fatto rumore. Che ha dato fastidio. Infatti, trascorre solo mese da quella iniziativa che  un incendio, di natura dolosa a opera di ignoti colpisce la villa confiscata di San Giusto Canavese. Pareti bruciate, fuliggine dappertutto. E due bombole a gas. Piazzate al centro del soggiorno, al piano terra, e di una delle camere da letto, al piano superiore. Un filo elettrico che scorre lungo le scale interne. Un innesco pronto ad esplodere. Una gravissima intimidazione di stampo mafioso messa in atto nella villa del più grande broker di droga su cui può contare oggi la ‘ndrangheta calabrese in Italia e anche all’estero. Un avvertimento per provare a fermare il percorso per restituire il bene alla cittadinanza. Al momento è la più probabile, se non l’unica, pista investigativa. Ma la reazione della rete di Libera è immediata. Serve lanciare un segnale chiaro. Concreto e corresponsabile. “ Domani 16 giugno- commenta Maria José Fava, referente di Libera Piemonte- saremo a San Giusto Canavese per l’assemblea Regionale della nostra rete, alla presenza dei tanti volontari che quotidianamente lavorano per far rinascere i beni confiscati e per portare avanti percorsi di formazione e di sensibilizzazione. E con noi ci saranno Luigi Ciotti, Gian Carlo Caselli, il Prefetto Renato Saccone, i rappresentanti delle forze dell’ordine e le istituzioni del territorio. Saremo in quella villa per continuare il percorso che porterà all’assegnazione del bene e per dimostrare che lo Stato può vincere sulle mafie, se la lotta si porta avanti uniti. E ribadire che nessuno può pensare di incendiare o intimidire il nostro impegno, le nostre speranze, la nostra voglia di libertà”

Ti aspettiamo il 16 giugno alle ore 15:00 cortile Villa confiscata di San Giusto Canavese per l'Assemblea Regionale di Libera Piemonte

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