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X Raduno dei giovani di Libera

La nostra memoria e il nostro impegno per lasciare una traccia

Quest’anno il raduno dei giovani di Libera è giunto alla sua decima edizione.

Nel suo pellegrinare da nord a sud, l’appuntamento è arrivato a Paestum, nel Cilento, in Campania, per tracciare un filo di continuità con il 21 marzo scorso a Napoli.

Lo slogan scelto Segni. La nostra memoria e il nostro impegno per lasciare una traccia è indicativo dell’obiettivo cardine del raduno, ovvero la generazione di conoscenza e la condivisione di strumenti utili a diffondere, ciascuno sui propri territori e a partire dai presidi di appartenenza, la cultura contro le mafie e la corruzione. Per lasciare un segno, per essere incisivi, è necessario conoscere, capire, approfondire, ma anche essere comunità, lavorare insieme, capire i reciproci limiti e rafforzarsi nello scambio di buone prassi. Tutto questo rappresenta il raduno. Uno spazio di “apprendimento” grazie alle tante plenarie e ai numerosi ospiti che ci hanno accompagnato durante tutta la settimana, ma anche e soprattutto uno spazio di “comunità” in cui la relazione è l’elemento principe a partire dal quale nasce un’alchimia tutta speciale, che di anno in anno si rinnova.

Uno dei cardini di questo percorso è costituito dalla Memoria. Abbiamo conosciuto molte storie del territorio che ci ha ospitato, una “memoria di prossimità” che ci ha consentito anche di incontrare molti familiari delle vittime innocenti delle mafie, persone che hanno trovato il coraggio di andare avanti nonostante il lutto subito e di riportare in vita i propri cari grazie alla testimonianza. Abbiamo abbracciato, tra gli altri, i genitori di Mario Paciolla, al quale il raduno era dedicato. La famiglia Paciolla ha campeggiato con noi per alcuni giorni e ci ha trasmesso tutta l’energia di Mario e la sua generosità. Le vicende legate alla sua morte ci chiamano a tenere alta la guardia sul bisogno di verità e giustizia, sulla necessaria luce da tenere accesa a livello internazionale e istituzionale.

Tra le tematiche principali affrontate quest’anno al raduno c’è stata la salvaguardia del territorio e la rigenerazione dei contesti, anche grazie alla strenua collaborazione con Legambiente e all’utilizzo dell’Oasi Dunale di Paestum come uno dei luoghi di lavoro del campo. Qui i partecipanti hanno imparato cosa significhi, quotidianamente, battersi contro la speculazione edilizia, contro lo sfruttamento cieco dell’ambiente, per costruire percorsi di “pazienza”, cura e accoglienza. Sempre nel solco della tutela e della valorizzazione del patrimonio naturalistico, abbiamo avuto la preziosa possibilità di recarci ad Acciaroli, lì dove il “sindaco pescatore” Angelo Vassallo ha condotto un’egregia opera di riqualificazione. Vassallo, vittima innocente uccisa nel 2010 (il processo è ancora in corso) ha avuto l’intuizione di far rinascere quest’area del Cilento grazie alla custodia del territorio.

La storia di Angelo, che continua a vivere grazie all’impegno politico e associativo da lui seminato, racchiude in sé il significato autentico dello slogan del decimo raduno. Un sindaco che ha lasciato un segno, la cui memoria genera un impegno locale e nazionale.

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