Approfondimenti

Messico: la guerra invisibile

Storie, cifre e affari dei cartelli criminali dei narcotrafficanti.

A 12 anni dalla frode elettorale e dal suo insediamento alla presidenza della Repubblica del Messico, si può affermare che Felipe Calderón ha intrapreso una guerra contro il crimine organizzato per legittimare il suo governo. Questa guerra è stata condotta anche dal governo successivo di Enrique Peña Nieto come unica strategia di sicurezza e giustizia. 

Iniziata nel 2006 e chiamata inappropriatamente “Guerra al narcotraffico” - Guerra a las drogas, è servita per legittimare il governo entrante e riaffermare la forza dello Stato e la sicurezza della convivenza sociale mediante lo scontro frontale al narcotraffico e ad altre forme di delinquenza organizzata. Tale conflitto ha avuto come conseguenza un aumento esponenziale di gravi violazioni ai diritti umani, generando pratiche sistematiche di corruzione ed impunità.

Durante questi 12 anni la società civile messicana ha percepito la fondamentale necessità di organizzarsi per porre in essere strategie di prevenzione e mitigazione dei danni causati dalla violenza criminale e statale, così come per elaborare e sostenere proposte di leggi in favore delle vittime e dei loro familiari e per dotare il sistema normativo messicano di strumenti legislativi capaci di combattere le organizzazioni criminali anche dal punto di vista economico e culturale.

Il frutto di tale impegno è la Red Retoño (Rete “Germoglio”), uno spazio di incidenza collettiva per prevenire, mitigare e dare risposte agli effetti nefasti causati dalla criminalità organizzata in Messico da una prospettiva di “sicurezza umana”. L'iniziativa, nata nel 2010 con il sostegno e l’accompagnamento di Libera Associazioni Nomi e Numeri contro le mafie e nel solco del suo progetto internazionale di antimafia sociale ALAS America Latina Alternativa Social, del quale fanno parte gruppi, associazioni, difensori dei diritti umani, giornalisti e familiari delle vittime. 

La Red Retoño in questi anni ha realizzato un importante lavoro, rendendo visibile l'impatto della criminalità organizzata in Messico a livello nazionale e internazionale, fornendo accompagnamento legale e psicosociale ai familiari delle persone scomparse, generando spazi di incontro, processi di formazione e kit di strumenti per rafforzare la ricerca di verità e giustizia. 

La sinergia di queste reti ha permesso di realizzare, nei momenti politici cruciali degli ultimi anni del paese, il Dossier Messico che giunge al terzo aggiornamento, dopo 6 anni dalla prima pubblicazione. Nel 2012 la prima edizione del Dossier ha rappresentato la prima tappa della campagna voluta da Libera "Pace per il Messico - México por la Paz" promossa con l’intento da parte di scuotere le coscienze a livello internazionale su quello che stava avvenendo in quanto a perdite di vite umane, violenze e soprusi, dall’altra valorizzare e dare visibilità alle tante realtà di base, associazioni e movimenti che si stavano impegnando con coraggio per un Messico migliore.

Negli anni successivi la campagna ha avuto un’evoluzione ed è stata rilanciata con il nome di “México por la Paz", ossia con una connotazione, anche geografica, maggiormente incentrata sull’impegno sociale, culturale ed educativo avviato nel paese, quindi promossa e diffusa attraverso la Red Retoño.

Inoltre in questi ultimi anni, grazie alla collaborazione di quest’ultima con il settore internazionale e il settore memoria di Libera, nella cornice dei Ponti di Memoria Internazionale, è nato un significativo scambio e “riconoscimento reciproco” tra familiari di vittime italiane e messicane. Un'esperienza che, partendo dal dolore condiviso, ha permesso a molte famiglie di uscire dall’isolamento per spiegare alle societá dei due paesi che la violenza criminale colpisce in ogni parte del mondo, dimostrando che i familiari dispongono degli strumenti e della necessaria determinazione per costruire e condividere un impegno comune basato sulla memoria e l'esigenza giustizia. Un prodotto di questo “ponte internazionale” è la pubblicazione “Las madres ya no lloran, Ahora luchan!” (Le madri non piangono più, ora lottano!) - storie di madri di desaparecidos e vittime delle mafie.


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La vittoria elettorale di questo 1 Luglio di Andrés Manuel López Obrador, con la sua promessa di “esplorare tutte le strade che ci permettono di raggiungere la pace”, e con il suo approccio solidale a fianco alle fasce più vulnerabili della popolazione, potrebbe significare un cambiamento radicale nella politica attuata fino ad oggi in termini di sicurezza e lotta alla criminalità ed alle mafie. Tuttavia Il presente aggiornamento si riferisce alle cifre ed ai fatti occorsi durante gli ultimi 3 anni del Governo Peña Nieto (2015 – 2018). 

Per la sua realizzazione si è deciso di adottare due criteri distinti, aggiornando alcuni degli indicatori, argomenti ed approcci già contemplati nelle versioni anteriori ed includendo ex novo alcuni dati e fatti non presenti prima. Per questa ragione questo aggiornamento rappresenta un lavoro assestante, consultabile anche senza aver letto le precedenti versioni.

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